Al via il percorso per le celebrazioni dei 150 anni di Busto città: «Occasione per lanciare un’anagrafe interattiva della memoria del ‘900». Ad affermarlo è il sindaco , che raccoglie una proposta fatta la scorsa estate dal suo predecessore, il capogruppo degli Indipendenti di Centro .
Nei prossimi giorni l’ufficio di presidenza del Consiglio comunale ne discuterà, per avviare il lavoro del «comitato operativo» che il sindaco intende costituire per definire il calendario delle celebrazioni per i 150 anni dall’elevazione di Busto Arsizio a città, che prenderanno il via «nell’autunno di quest’anno».
Un percorso che, per il sindaco, potrebbe essere caratterizzato da «un approccio unitario, pur nella differenziazione dei momenti celebrati» con altre due ricorrenze che cadono tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ovvero il centenario della Grande Guerra e il 70esimo anniversario della Liberazione, quest’ultimo particolarmente pregnante per la città di Busto che fu insignita della medaglia di bronzo proprio per aver dato per prima, grazie a Radio Busto Arsizio, la notizia dell’insurrezione del Nord Italia.
Così appare naturale che le celebrazioni possano intersecarsi con l’idea di Gian Pietro Rossi di istituire una sorta di «Casa del Novecento», un luogo in cui raccogliere testimonianze, archivi, documenti, riguardanti appunto la storia del secolo scorso a Busto Arsizio, con finalità didattiche e con lo scopo di evitare l’eccessiva dispersione di raccolte già oggi esistenti ma non adeguatamente valorizzate.
È il caso dei documenti del Raggruppamento Alfredo Di Dio, una delle formazioni partigiane bustesi (già oggetto del sogno di un “Museo della Resistenza” a Villa Calcaterra, già promosso invano dal patron della Famiglia Sinaghina Giovanni Sacconago, recentemente scomparso), o dei documenti sul periodo della Grande Guerra, raccolti dalla professoressae conservati alle scuole medie Bossi. Per Rossi potrebbero «trovare un unico tetto» e sviluppare, con quanto attiene le vicende della Resistenza, del Ventennio, del boom economico e dell’Europa, «un percorso sul Novecento di Busto Arsizio, da lasciare ai ragazzi di oggi».
Il sindaco Farioli la ribattezza «archivio o anagrafe interattiva della memoria» e ha già in mente una serie di possibili edifici comunali, già liberi o presto liberati, in cui possa essere collocata: villa Radetzky, villa Gagliardi, l’ex liceo artistico di piazza Trento e Trieste, villa Tovaglieri, l’ex Borri. «Costi, opportunità e sostenibilità da valutare» per Farioli, che però intravede un altro «scoglio da superare», quello del dialogo tra associazioni che spesso tendono ad un’«esclusività» della memoria.
© riproduzione riservata