Sporcizia e degrado a due passi da piazza Repubblica.C’è chi ormai definisce quella zona di Bosto, al limitare con centro di Varese, un vero e proprio Bronx.
In quello che parrebbe un quartiere tranquillo, basta una realtà architettonica particolare a creare una sacca di invisibilità nella quale è difficile agire e dove pare abbiano trovato riparo anche alcuni “esodati” a causa della ordinanza antibivacco.
Anche vicolo San Michele è incluso nella zona in cui, dallo scorso dicembre e fino a fine febbraio, è vietato bivaccare, sedersi, sdraiarsi e fermarsi per consumare alimenti e bevande, ma la realtà dei fatti è opposta e dimostra quanto disagio ci sia e quanto sia meno visibile.
Al centro delle cronache c’è sempre stata la piazza Repubblica e il comparto delle stazioni, mentre di recente la situazione appare peggiorata lungo la strada che porta verso via Sant’Imerio e nell’area che, nello stabile di fronte all’ex Caserma Garibaldi, si affaccia su via Ravasi, la strada che sale verso l’Università dell’Insubria e piazza Buzzi.
«Qui si sentono più protetti, perché per la conformazione del luogo si sentono più al sicuro perché è più coperto e nascosto».
Ovviamente chi parla non ha intenzione di farsi riconoscere per evitare qualsiasi tipo di ritorsione, perché il problema non è solo il degrado, ma anche la legalità.
Di giorno emerge il problema igienico sanitario tra bottiglie, rifiuti di ogni genere e toilette a cielo aperto.Il lunedì mattina, dopo il fine settimana, nelle fioriere – spesso scavate per nascondere qualcosa -, su scalini e marciapiedi “sbocciano” avanzi e involucri di plastica, escrementi, vomito e persino siringhe, raccontano. Protagonisti del degrado sarebbero sia italiani che stranieri.
Chi ha potuto e voluto se n’è andato e poi c’è chi ha intenzione di farlo al più presto perché «è impossibile rimanere in questa situazione. Hanno cercato di sistemare la piazza, ma qui è peggiorato, tra chi bighellona e chi spaccia. Persino nei garage non ci si può sentire sicuri perché hanno trovato chi bivaccava anche lì».
Qualcuno ha provato a lamentarsi con chi sporcava, sperando di non fare una brutta fine, ma c’è chi quel coraggio non l’ha avuto. Soprattutto anziani e donne sole che temono d’esporsi e vivono con apprensione il passaggio sulle scale che conducono alla piazzola interna che si affaccia su via Ravasi. Non sono mancate le chiamate alle forze dell’ordine per segnalare i fenomeni più diversi, come l’ubriachezza molesta. E sono fioccati anche gli sfoghi sui social network per fare presente una realtà meno sfacciata, ma esistente e problematica.
Da una parte ci sono il degrado e l’inciviltà che certamente indignano, ma dall’altra c’è un problema di sicurezza certamente percepito in maniera più forte da coloro che lì quotidianamente vivono, passano o lavorano. «La banca e anche il bar sotto al portico hanno chiuso, sono rimaste la scuola guida e la sala giochi e più su il centro diagnostico, l’agenzia viaggi e il grossista di frutta». Per chi vive questo quotidiano assillo non si tratta di fare recriminazioni, ma di trovare soluzioni a breve termine.