Un romanzo sulla ricerca della felicità. E sulla necessità di non essere impazienti

Domani alle 18.30 a Villa Toeplitz l’incontro con la scrittrice milanese Virginia Bramati

– Secondo Virginia Bramati, la felicità è molto più vicina di quanto pensiamo, se solo rallentiamo e osiamo guardarla negli occhi. Questo uno dei messaggi del romanzo “Tutta colpa della mia impazienza (e di un fiore appena sbocciato)”, edito da Giunti, della scrittrice milanese Virginia Bramati, che verrà presentato il prossimo giovedì 13 luglio, alle 18,30, dalla direttrice artistica Cristina Bellon, ai Giardini Letterari di Villa Toeplitz. Virginia Bramati ha esordito in rete, grazie ad un ebook che si è presto trasformato ben presto

in un libro di carta: “Tutta colpa della neve (e anche un po’ di New York)” edito da Mondadori nel 2014, seguito poi da “Meno cinque alla felicità. E se fosse un segreto?”. Protagonista di questo nuovo romanzo, la giovane e impaziente Agnese Treves, che vediamo seduta sul suo trolley, sotto il portico di casa, «diciannove anni non ancora compiuti, milanese DOC attualmente in esilio nella campagna lombarda, inconsapevolmente nel pieno degli esami di maturità e in procinto di raggiungere il mare di Bonassola».

Agnese Treves si definisce così: «Sono nata con due mesi di anticipo, odio i tempi morti, sono fisicamente allergica ai giochi di pazienza e adoro il tasto fast forward».

Sullo sfondo una campagna lombarda sorprendente e rigogliosa, non lontano dal verdeggiante borgo brianzolo di Verate, un luogo immaginario ma assai verosimile, destinato a diventare per le sue protagoniste un vero luogo del cuore e un luogo che le lettrici di Bramati hanno imparato ad amare. L’estate della bassa padana, da cui sfuggire è tratteggiata così: «afa assurda, ronzio

di insetti di molteplici fogge e dimensioni con cui non vorrei interagire ma che sembra provino un grande interesse nei miei confronti, incessante stridio di macchine agricole al lavoro nei campi, fragranza di fiori mista all’odore del fieno che asciuga al sole e a un lontano sentore di stalla. Il tutto immerso in un’accecante luce gialla e azzurra».

Ma, improvvisamente, qualcosa fa modificare i piani, ad Agnese, ecco che la vita prende una piega terribilmente dolorosa e scaraventa la giovane Treves dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, lontana quanto basta per essere immersa nei ritmi lenti e immutabili della campagna. Nel momento in cui pensava di godersi pigramente la spiaggia e i vecchi amici del mare, si ritrova sola, con un esame importante da preparare e solo il ronzio delle api a farle compagnia. Ma impulsiva come sempre, Agnese non si arrende e riesce ugualmente a riempirsi le giornate con tutto ciò che non dovrebbe fare, fino a quando tra le pagine di un libro non spunta un piccolo dono prezioso: una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa hanno il potere di curare le ferite dell’anima e insegnare l’ascolto e l’armonia.

«Tutta colpa della mia impazienza» è dunque il diario di estate ricca di emozioni contrastanti, «dominata dall’amore in tutte le sue forme e sfumature ma dove hanno trovato posto anche la paura e il dolore, un’estate che ha tracciato un solco nella vita di molti sconvolgendola».