Una liberazione poco conosciuta e non conclusa

A tutti coloro che mi leggeranno: w l’Italia e gli italiani finalmente riuniti sotto il tricolore per la seconda volta. Onore ai caduti nel rispetto del singolo pensiero.

Patrizia Acerboni

Tre aspetti importanti del 25 aprile: la fondamentale compattezza del Paese, l’omaggio alla sua storia, l’osservanza delle idee di ciascuno.
Aspetti che dovrebbero essere largamente affermati e condivisi, ma non è così. Il Paese rimane spaccato, la sua storia non è da tutti conosciuta e da alcuni mistificata, il dialogo civile risulta un’eccezione anziché la regola. Festeggiamo la data che ci regalò la democrazia, grazie ai sacrifici d’una moltitudine di valorosi, però da festeggiare non c’è un granché d’altro. Riusciamo perfino e ancora a separarci nel giudizio sugl’ideali che mossero la guerra partigiana, figuriamoci sul resto. Si fa fatica a capire che furono non solo ideali “contro” (contro la dittatura nazifascista e le barbarie a seguire), ma anche ideali “a favore”. Si demolì per costruire, questo fu il fervore patriottico del tempo: per nulla retorico, assolutamente pratico. Una lezione da rinfrescare: i giovani sanno poco o nulla di quel passato, e anche i meno giovani balbettano se gliene si chiede conto. Aggiungiamo che la Liberazione dell’Italia, come dimostra lo sciagurato tempo presente, è affatto conclusa. Restiamo prigionieri di diseguaglianze, ingiustizie, egoismi, disonestà, protervie, sopraffazioni, derive criminali. Ci siamo liberati dalla tirannia in divisa, continuiamo a sopportarne d’altre, di tirannie e di divise: la tirannia, per esempio, d’un modo di vivere dettato dal becero consumismo; la divisa, per esempio, d’un modello di comportamento che trae ispirazione dall’artificio e produce solo artificio.
L’Italia necessiterebbe d’essere rifondata, e glielo può consentire la politica intesa nella sua più alta accezione. Dimenticavamo: ecco da che cosa ci dobbiamo specialmente liberare. Dalla cattiva politica. Non a caso l’astensionismo è l’attuale bandiera nazionale.

Max Lodi

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