VARESE Una poltrona per due, è la volta dei leghisti. Emanuele Monti e Francesca Brianza sono tra i pretendenti a quegli uno o due seggi che le previsioni elettorali attribuiscono al Carroccio tra i “magnifici sette” che rappresenteranno la provincia di Varese al Pirellone. Da una parte il “Monti giusto”, consigliere comunale a Varese e alfiere dei Giovani Padani, dall’altra il sindaco di Venegono Superiore (al centro in queste ore di una bufera politica) e assessore provinciale alla cultura, che rappresenta la potente e influente circoscrizione del Tradatese. Entrambi giovani e maroniani, sono il simbolo del ricambio generazionale e vanno alla ricerca di un’opportunità al Pirellone in una competizione in cui la Lega Nord schiera anche veterani del calibro di Fabio Rizzi e Giampiero Reguzzoni. Forse era prevedibile, ma nel “gioco della torre” entrambi buttano giù Marco Reguzzoni e salvano Francesco Speroni. Anche se curiosamente
li divide la scelta del politico preferito: Monti rimane legato al vecchio Capo Umberto Bossi, mentre Brianza ha già virato sulla Lega 2.0 e opta per l’attuale Segretario Roberto Maroni. Ma se si tratta di andare a cena, Monti preferisce Maroni a Bossi, mentre Brianza vorrebbe al suo tavolo «tutti e due, se si può». Sul tema dei costi della politica, entrambi ammettono di «non sapere e di non essersi interessati» dell’esatto ammontare dello stipendio in caso di elezione in consiglio regionale e concordano sulla «disponibilità a decurtarsi l’indennità», che per Monti «è già stata diminuita ma è ancora troppo alta». Sul prezzo di una mezza dozzina di uova, i due leghisti dimostrano poca dimestichezza con la spesa domestica: Brianza ammette di non sapere proprio il prezzo, mentre Monti azzarda un esagerato «tre euro» (Sms Consumatori dà come prezzo medio al Nord un euro e 50).
La prossima intervista doppia sul giornale in edicola domenica 10 febbraio e, lo stesso giorno, online dalle ore 10 – Protagonisti: Mucci-Zanzi
s.bartolini
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