«Una stagione da genitori che non voltano le spalle»

Oscar Verderame è un po’ di tutto. Andiamo in ordine: attuale preparatore portieri della Primavera; ex portiere biancorosso (tra le altre, era tra i pali ai tempi della rinascita post-Turri); ex preparatore dei portieri della prima squadra tra il 2008 e il 2012; tifoso del Varese. Da qualsiasi angolo la si voglia vedere, Oscar Verderame abita a Masnago.

Partiamo dal tifoso: che estate è stata? «Un po’ al cardiopalma – risponde – con quell’iscrizione a venti minuti dalla scadenza… Insomma: abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Nonostante la speranza e la fiducia non siano mai venute meno».

La gente del Varese, comunque, pare un po’ fredda, sul chi va là. «Secondo me l’ambiente è maturo per vivere un campionato da… genitori. Mi spiego: i tuoi, anche se le cose girano male, non ti voltano le spalle. I momenti difficili sono da mettere in conto e avere l’ambizione di giocare un campionato da prime posizioni è poco realistico. Io mi aspetto un pubblico maturo, che fa la cosa giusta, che critica con spirito costruttivo. Fermo restando che la B è tutt’altro che scontata e le sorprese, anche quelle belle, sono sempre dietro l’angolo. Poi, i mugugni ci sono e ci saranno. È come ai matrimoni: i parenti ci sono tutti, qualcuno si lamenta del menù, ma quel che conta è esserci».

Verderame e mister Bettinelli: a braccetto ai tempi della prima squadra con Sannino e Maran, idem l’anno in cui l’attuale tecnico della prima squadra guidava la Primavera. «Su Stefano garantisco. Come persona e come allenatore. Qualcuno bolla la sua provenienza dal settore giovanile come mancanza di esperienza. Sbagliato: Bettinelli ha vissuto quattro stagioni in prima squadra, a fianco di signori tecnici. Li ha vissuti con grande umiltà, rubando l’esperienza, prendendo nota di tutto. Fermi restando il metodo e le idee, che sono sue al cento per cento».

Sempre in tema di giovani e Varese, per molti la scelta di puntare sulla linea verde è dettata solo dalle difficoltà di bilancio, e non da reale convinzione. «Così fosse – attacca Verderame – sarebbe una sciocchezza. Se un giovane è aggregato alla prima squadra, significa che lì può stare, che ha talento ed è pronto per giocare in B. Non vuol dire che non ci sono soldi e che promuoverlo è solo una scelta di risparmio. Se ci credi, punti sui giovani anche se il proprietario del club è uno sceicco».

Ed ecco la Primavera, che sabato esordisce in campionato contro la Juventus. «Più che sul piano tecnico – racconta Verderame – è necessario lavorare sui ragazzi. Un esempio banale: rinunciare all’uscita con la fidanzata, a 17 anni, è una cosa dura da sopportare. Ma prima capiscono che può servire, prima sono pronti per il calcio dei grandi. Che è tutt’altro: è velocità, prontezza, niente sconti».

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