Una storia fatta di violenza. Cinghiate a moglie e figlia

Il padre-orco è di Luino e ha cinquant’anni: durante l’ultimo sopruso la consorte è riuscita a chiamare i carabinieri

– Cinghiate a moglie e figlia. Chi non ubbidisce viene picchiato. Soprattutto quando “papà” è ubriaco. Sono stati i carabinieri della stazione e del nucleo operativo radiomobile di Luino a mettere fine a una bruttissima serie di maltrattamenti in famiglia.

Lui,il papà orco, 50 anni, marocchino, residente a Luino, è stato arrestato ieri mattina. A dare l’allarme è stata la moglie che a fronte dell’ultima follia violenta è riuscita, rocambolescamente, durante il pestaggio a chiamare il 112.
La donna è riuscita ad afferrare il cellulare e a chiamare i soccorsi: «Aiuto, aiuto. Ci ammazza». Quando i militari sono arrivati in una manciata di secondi hanno bloccato il cinquantenne in flagranza di reato.
L’uomo era agitato, violento, rissoso anche contro i militari. In casa, concie, c’erano la moglie coetanea dell’orco e la figlia della coppia di soli 19 anni.

Per spiegare quanto sia stato grave l’accaduto bastano le prognosi. Colpo di frusta cervicale e contusioni multiple superficiali per la moglie, contusione all’anca destra e al bacino per la figlia. Rispettivamente con prognosi di 15 e 7 giorni, come stabilito dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Luino, dove madre e figlia sono state accompagnate subito dopo l’intervento dei militari.

Lo spaccato familiare è disarmante. Il padre è già noto alle forze di polizia. Non è nuovo a comportamenti violenti. La moglie ieri ha trovato il coraggio, finalmente, di dire basta e di rivolgersi ai carabinieri. Lei e la figlia non avrebbero dovuto mai più subire quello che avevano subito per anni. E forse proprio la violenza che l’uomo ha avuto contro la diciannovenne ha spinto la mamma a dire basta.

Lo scenario che la donna ha presentato ai carabinieri è agghiacciante. Il cinquantenne andava avanti così da anni a quanto pare. Sulla moglie e sulla figlia sfogava ogni sua frustrazione. L’ultima sembrerebbe quella derivata da un affare andato male; e che affare poi visto che lavorava di sottobanco. Un mancato incasso. Altre motivazioni potevano essere le difficoltà economiche, oppure la casa in disordine, o anche la moglie che sorrideva in modo non appropriato, o addirittura la figlia che difendeva la madre e allora andava picchiata, “educata” per così dire, a sua volta. Oltre alle mani, l’uomo utilizzava cinghie mazzate, insulti e minacce di morte.

L’uomo è in carcere adesso, a disposizione dell’autorità giudiziaria. È stato arrestato d’intesa con il pubblico ministero Luca Petrucci.
Madre e figlia possono stare tranquille: non tornerà fra le mura di casa per parecchio tempo.