Una storia nata nel 1919, quella della Quiete, aggrappata al futuro

Durante l’assemblea i dipendenti offriranno prestazioni sanitarie a titolo gratuito ai cittadini

Dalla fondazione avvenuta nel 1919, ad oggi, La Quiete ha cambiato gestione più volte. Prima la famiglia Riva, poi il gruppo Ansafin che è rimasto nella Quiete fino al 2011, anno in cui è avvenuta la confisca delle apparecchiature. Successivamente è arrivato il gruppo Sant’Alessandro, srl di Frosinone attualmente proprietario e gestore dei rami d’azienda. Le mura, a seguito del fallimento Ansafin, sono passate all’asta: le ultime – quelle del 25 luglio e del 30 novembre – sono andate deserte.

Nel dicembre scorso la doccia fredda: il tribunale di Varese ha disposto lo sfratto esecutivo per domani, 9 gennaio. Lo sfratto metterebbe la parola fine all’attività della struttura. Sono 60 i dipendenti che rischiano il posto, ma neppure lo sfratto imminente li ha scoraggiati. Si sono rimboccati le maniche e hanno organizzato una assemblea permanente che inizierà questa sera. L’assemblea – indetta dalla funzione pubblica FpCgil – farà sì che i dipendenti non abbandoneranno la struttura, che manterrà attivo il servizio: dall’assistenza, ai ricoveri, alle prestazioni ambulatoriali. Contestualmente, come segno di apertura alla cittadinanza, i dipendenti hanno organizzato una open week con prestazioni sanitarie a titolo gratuito che verranno eseguite dai dipendenti fuori servizio, nel tempo libero (quasi tutti i posti sono andati esauriti).

La politica, nel frattempo, ha mostrato interesse per la clinica che nel futuro potrebbe diventare uno dei poli dedicati al paziente in fase sub acuta. Il 21 dicembre i lavoratori della Quiete sono stati ricevuti in consiglio comunale a Varese, dove hanno tenuto un’audizione e ripercorso le tappe della storia della clinica. Il 24 dicembre, a Palazzo Estense, si è riunito un tavolo per discutere del futuro della Quiete, che ha visto presenti il presidente della regione Roberto Maroni, il sindaco Davide Galimberti, il curatore fallimentare Luisa Marzoli, la Cgil, oltre a diversi consiglieri comunali e regionali. Nel frattempo una cooperativa laziale avrebbe dimostrato interesse per entrare nella struttura. Ieri, alla vigilia dell’assemblea permanente, è arrivato il documento in cui tutto il consiglio comunale di Varese si dichiara solidale con i dipendenti della Quiete.