Una storia su due ruote Che romba di emozioni

Il Motoclub Cascinetta ferma il tempo: oggi un tuffo nella storia della motocicletta con la rievocazione del mitico circuito che tra il 1954 e il ’71 portò nel quartiere di Gallarate le gare del campionato italiano.

Un cocktail di passione, storia, industria, libertà, sport, aperto a tutti.

Il presidente Enrico Terzi, attualmente ai box per problemi di salute, parlava della «certezza di aver fermato il tempo» a proposito del successo delle prime edizioni della rievocazione.

In una città che è al centro di un territorio che la moto ce l’ha nel sangue, visto che qui attorno si sono prodotte alcune delle “due ruote” che hanno fatto girare la testa a tanti appassionati, la passione doveva riemergere, dopo che per ovvie ragioni di sicurezza il circuito cittadino era stato abbandonato.

Ma il Motoclub Cascinetta, che tiene vivo l’evento-simbolo della propria attività, più propriamente moto-turistica, guarda avanti: la storia è il punto di partenza per vivere il proprio hobby nel presente e nel futuro.

«Oggi la moto è diventata “fashion” – spiega il segretario del Motoclub, Giacomo Cattaneo – il vintage e la customizzazione sono le tendenze più diffuse, e stiamo assistendo ad un ricambio generazionale. Anche nel nostro Motoclub: grazie ad internet, cadono le barriere tra gli appassionati e diventa più facile incontrarsi. Il nostro auspicio è che la rievocazione storica possa essere anche una vetrina per avvicinare nuovi adepti al club e allargare la partecipazione alle nostre attività».

Oggi l’associazione conta un’ottantina di soci, di cui sono una ventina in media quelli che abitualmente si ritrovano per la scampagnata domenicale e che vivono la moto con assiduità.

Non è un ritrovo di “fanatici”, e soprattutto rispetto a tanti altri club motociclistici è aperto a tutti, senza distinzioni di mezzi.

Bmwisti, harleyisti, ducatisti, vespisti, e chi più ne ha più ne metta: qui c’è davvero spazio per tutti. «La moto è un sinonimo di libertà per eccellenza» ricorda il vicepresidente del club Ettore Larsoli. «Non possono esserci barriere». È lo stesso motivo per cui, ad esempio, la rievocazione storica è stata aperta a tutti, senza distinzioni di appartenenze di federazioni: non può essere la burocrazia a mettere, letteralmente, i bastoni tra le ruote.

D’altra parte, la passione per le due ruote è un collante formidabile. S’intrecciano amicizie e si compiono viaggi dell’anima alla “easy rider”. Tra i soci c’è chi ha partecipato al motoraduno di Leningrado del ’91 e chi ha toccato il passo motorabile più alto del mondo (Khardung La, in India), senza dimenticare il tour in Harley “Ride the Dream” negli Usa del 2008, di cui restano tracce come una foto di gruppo ai bordi di un canyon, tutti con la t-shirt “I love Galla”.

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