«Undici Castori biancorossi Giulio e i tifosi? Uniti si vince»

VARESE È stata l’immagine che ha accompagnato i folli del calcio per tutta l’estate: Gianluca Di Marzio dagli schermi di Sky, telefonino in mano anche durante le dirette, a snocciolare nomi e notizie di mercato. In Italia, sono in pochi a saperne come lui. È quasi naturale approfittare di una chiacchierata con lui per farlo parlare di Varese, tra sogni e mercato.

Lo spirito castoriano
«Non ho ancora visto dal vivo una partita del Varese – dice Di Marzio – ma mi sono già fatto un’idea di che razza di squadra sia: in tempi non sospetti avevo previsto che avrebbe fatto suo lo spirito di Castori, e non mi sbagliavo. Questo Varese è una squadra che non molla mai, che ci crede fino alla fine, che lotta quando finisce sotto nel punteggio e non si accontenta mai. Ha vinto due partite in trasferta segnando nel finale, e non per caso».

Questa caratteristica del Varese l’hanno notata un po’ tutti: la domanda che ci si fa è se la voglia di lottare sia sufficiente per andare lontano. «In serie B è la fame a fare la differenza, non i nomi o i soldi spesi sul mercato».

Chiaro: intanto però a fare la differenza è un certo Kone, arrivato a campionato iniziato e già protagonista. «Ecco un’altra caratteristica del Varese: questa società ci sa fare e sul mercato si muove benissimo. Ogni anno vende giocatori importanti, ma poi riesce sempre a trovare il modo di sostituirli o di pescare qualche sorpresa: l’anno scorso Kurtic, quest’anno Kone».

Un patto per il bene comune
Vendere giocatori: e a questo punto non si può non parlare di De Luca: «È finito nel posto giusto: l’Atalanta è una società che punta sui giovani e non ha problemi a lanciarli, e io credo che il ragazzo abbia fatto bene ad andare via. Fosse finito alla Roma o alla Lazio il discorso sarebbe diverso, ma Bergamo è la piazza giusta: un altro anno di B avrebbe finito per fargli perdere un po’ di fame e di motivazioni. Ora, dipenderà tutto da lui».

Anche perché adesso là davanti il Varese sembra essere a posto, con Ebagua che è tornato al suo posto pur nella difficoltà di una situazione paradossale. «Dal di fuori è difficile dare pareri ed entrare nel dettaglio di vicende complicate come questa. Io posso solo auspicare che ci sia quanto prima un chiarimento tra il giocatore e la tifoseria, per il bene del Varese. Perché tutti vogliono la stessa cosa: i tifosi vogliono che il Varese vinca, Ebagua vuole che il Varese vinca. E allora, che prevalga il buonsenso: gli errori del passato, qualche dichiarazione fuori luogo e i malumori è giusto che vengano sotterrati per ricominciare».

Il big match di lunedì
Lunedì: Varese-Bari. Due squadre che, al netto delle penalizzazioni, viaggiano a punteggio pieno: «I pugliesi sono cinici e spietati, magari non brillanti dal punto di vista del gioco ma sicuramente molto concreti. E poi, vivono sulle ali dell’entusiasmo: Torrente li porta ad allenarsi in giro per le pescherie della città vecchia, e la squadra sta riconquistando la città. Non sarà semplice, anche se credo ci siano delle differenze tecniche importanti a favore del Varese».

Proviamo a capire come finirà questo campionato: «Spezia e Verona hanno organici superiori e sono le favorite, e se è vero che non sempre i più forti poi vincono mi viene difficile pensare che queste due squadre non possano farcela. Il Varese deve stare lì, pronto ad approfittare dei loro passi falsi e avere l’obiettivo di centrare i playoff per provarci ancora. Perché tra le outsider, è la squadra più attrezzata insieme a Novara e Livorno».

Francesco Caielli

a.confalonieri

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