Conferma di saper fare male quando viene chiamata in causa in attacco. Al centro Parisi continua ad alternare Michel e Pisani, ma lei è la certezza, il punto fermo. Quando riuscirà a farsi valere anche a muro (ieri non ne ha stampato neanche uno) farà il definitivo salto di qualità. Per ora “accontentiamoci” di un 50% di positività su 28 palloni attaccati. Più un ace.
Parisi la spedisce in campo nei finali di quarto e quinto set. Mette due battute insidiose ma in attacco viene chiamata in causa una sola volta. Nelle delicate battute conclusive della quarta frazione forse sarebbero serviti l’impatto e la fisicità di Diouf.
Parisi la schiera dall’inizio, ma non è in gran serata e il coach la toglie sul 15-13 del secondo set e poi stabilmente dal terzo. Stampa comunque due muri: di questi tempi, merce preziosa.
Gioca sui suoi livelli, facendo registrare buone percentuali in ricezione ed esaltando il PalaYamamay con un paio di salvataggi da standing ovation.
Bene in ricezione, mentre in attacco va a corrente alternata: male nel primo set (20%), cresce alla grande nel secondo (67%), per chiudere col 39%. Nel complesso più che sufficiente, anche perché nei giorni scorsi ha avuto qualche problemino fisico, che ha nascosto con una prestazione generosa, da vero capitano.
Solo pochi scampoli di gara per l’americana, attacca due palloni e uno lo mette a terra.
Nel primo set ogni suo attacco è una sentenza: lo chiude con 10 punti a referto e il 69% di positività, dà l’impressione di poterla vincere da sola. Alla distanza cala (e ci sta), ma resta un pericolo costante per le avversarie. Stavolta però non deve fare tutto lei: Havelkova è in serata, e attacca un pallone in più di SuperVale.
Anche lei alterna momenti di grande lucidità, specie nei primi due set, a fasi più confuse in cui non sempre fa la scelta migliore.
L’Mvp della gara. E dire che non è al top per i noti problemi muscolari. Ieri però Capitan Triplete ha dato la sensazione di stare benissimo: 26 punti con il 47%. Carica, trascinante, griffa giustamente il match point.
In dubbio fino all’ultimo per la schiena, subentra a Michel e non sfigura, timbrando tre muri.