Usa/ Debito: tre settimane da possibile default, si tratta ancora

New York, 5 lug. (TMNews) – Ci sono ormai solo tre settimane per trovare un accordo sull’innalzamento del tetto del debito pubblico Usa, scrivere una legge, approvarla al Congresso e farla firmare dal presidente in tempo per la scadenza del 2 agosto. Dopo quella data gli Stati Uniti rischiano il default sul debito pubblico, se il Congresso non alzerà il limite di 14,3 miliardi di dollari.

Senato e Camera hanno annullato le vacanze per la festa dell’Indipendenza il 4 di luglio, e dopo la giornata di pausa tornano al lavoro oggi. Il primo incontro alla Casa Bianca sul debito potrebbe essere già domani, e potrebbe servire a ricucire i rapporti tra democratici e repubblicani che sono diventati tesi la settimana scorsa. In una conferenza stampa, Barack Obama ha paragonato i repubblicani a degli scolaretti che non fanno i compiti, ricevendo in cambio l’accusa di sabotare l’economia con la proposta di alzare il gettito fiscale. Prima della rottura le parti erano vicine a un’intesa su un pacchetto da 2.000 miliardi di dollari in massima parte derivanti da tagli alle spese. La vera divisione è sulle tasse. I repubblicani, spinti dal successo del movimento antifisco del Tea Party, non sono disposti a vedere aumentare le tasse mentre i democratici insistono che non si può trovare l’accordo senza aumentare le entrate.

Secondo il Wall Street Journal, questa settimana i democratici di Obama metteranno sul tavolo possibili nuove entrate per 400 miliardi di dollari, mentre arrivano aperture da due senatori repubblicani importanti: l’ex candidato presidente John McCain e il texano John Cornyn, che hanno entrambi fatto velate allusioni alla possibilità di dire sì a qualche forma

di aumento del gettito. Cornyn ha anche detto che si potrebbe trovare un’intesa che alza il tetto del debito ma rinvia il dibattito sulla riduzione a nuova data. Pemettendo così agli Usa di evitare il rischio di default, ma spostando la discussione più spinosa di qualche mese. Sempre più vicino, però, alle elezioni del 2012.

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