Usa/ Obama sul debito:Divergenze serie,ma servono decisioni dure

New York, 6 lug. (TMNews) – Barack Obama è entrato di peso nel negoziato per alzare il tetto del debito pubblico. Con Camera e Senato richiamati in sessione dai capigruppo per lavorare durante una settimana che normalmente sarebbe di vacanza per la festa del 4 luglio, il presidente è comparso a sorpresa ieri pomeriggio nella sala stampa della Casa Bianca per una dichiarazione di pochi minuti ma dal tono

forte. “Abbiamo fatto progressi e ci sono progressi più grandi a portata di mano. Ma dobbiamo ancora affrontare delle divergenze serie” ha detto, rivelando che nel lungo fine settimana di festa le trattative non si sono fermate. E quasi per rispondere direttamente ai repubblicani che lo accusavano di non occuparsi direttamente della trattativa, ha invitato alla Casa Bianca i leader dei due partiti giovedì, per una stretta finale ai negoziati.

“Ci vorranno decisioni dure, meglio prenderle prima che dopo” ha esortato Obama, che ha anche rifiutato le ipotesi di accordo a breve termine ventilate, tra gli altri, da Bill Clinton. L’idea sarebbe quella di trovare un’intesa per alzare il tetto del debito sopra i 14.300 miliardi ormai raggiunti e rinviare a data da destinarsi il negoziato sui punti difficili. Idea che Obama ha rifiutato in toto perché sarebbe come “prendere a calci la lattina per allontanarla” ma “il popolo americano non ci ha mandati qui per evitare i problemi difficili.

E adesso abbiamo un’opportunità unica di fare qualcosa di grande”. Qualcosa che però imporrà a entrambi i partiti di fare dei sacrifici, un tema che Obama ha già ripetuto e sul quale è tornato dicendo che “bisogna lasciare gli ultimatum fuori dalla porta”. Il nodo è sempre l’equilibrio tra nuovo gettito fiscale, osteggiato dai repubblicani, e tagli alle spese, malvisti dai democratici. Ci vorrà per

Obama “un approccio equilibrato”, un modo per dire che le parti dovranno fare concessioni proprio su tasse e tagli rispetto alle loro piattaforme. I negoziati vanno così avanti mentre la scadenza del 2 agosto per evitare il rischio di default si avvicina. Ma adesso si negozia sotto l’occhio vigile della Casa Bianca, con il presidente che ha deciso di investire capitale politico nel successo delle trattative.

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