Va a processo la maitresse della “casa” delle brasiliane

LUINO L’inchiesta era nata da un episodio grave, la violenza sessuale e la rapina ai danni di una giovane donna brasiliana che, si è scoperto poi, esercitava il mestiere di prostituta in un appartamento di via Manzoni. L’uomo responsabile di quei fatti è già stato condannato, con rito abbreviato, a 7 anni id detenzione. Ma nel frattempo la polizia del commissariato di Luino, che aveva condotto le indagini, ha tirato un altro filo, e scoperto un maxi giro di prostituzione.

Così ieri in tribunale a Varese si è aperto un processo contro una donna, anch’essa brasiliana, Diva Maria Piedade Cabral, di 38 anni, accusata dal pm Sara Arduini di avere favorito e sfruttato la prostituzione in quell’appartamento a Luino, ai danni della sua connazionale e di altre donne. E non solamente a Luino: anche a Varese, a Novara, a Milano, a Verbania. Ed è emerso che a suo carico sono in corso anche altre indagini, nel Veneto, per lo stesso tipo di reato.

Non meno di una mezza dozzina gli appartamenti che la donna avrebbe preso in affitto per piazzarvi altrettante donne, farle lavorare e ottenere da loro compensi ingiustificati.

Il teste chiave, la brasiliana che era stata violentata e che con la polizia aveva vuotato il sacco raccontando tutto, è però irreperibile: per questa ragione il processo è stato rinviato. Il meccanismo di funzionamento del maxi giro di prostituzione era collaudato: la donna affittava gli appartamenti, vi insediava le ragazze e si preoccupava di fare le inserzioni sui giornali locali.

L’episodio della violenza risale al 12 marzo 2006: l’uomo, Giuseppe Catarraso andò nell’appartamento di una prostituta brasiliana, in via Manzoni nel centro di Luino. Costrinse la ragazza ad avere un rapporto senza voler pagare, minacciandola con un coltello. Non contento, prima di andarsene dall’appartamento, portò via anche tre cellulari della vittima e 150 euro in contanti. Furono proprio i telefonini a incastrarlo.

s.bartolini

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