Vacanze-bidone? Difendetevi subito

«Credevo di andare in vacanza, e invece sono stato vittima di una truffa».

Settembre sarà boom di lamentele da parte dei varesini che ritengono di aver diritto a rimborsi per vacanze-truffa, ritardi di aerei, servizi sotto le aspettative, depliant pubblicitari mendaci, sporcizia e cibo scadente. Il risarcimento dei danni subiti deve essere richiesto al più presto, nella maggior parte dei casi non oltre dieci giorni dal rientro.

Tra i disguidi più frequenti c’è la prenotazione di alberghi 4 stelle “all inclusive” ma solo sulla carta, con servizi extra a carico del villeggiante.

Attenzione però: gli standardegli alberghi cambiano da Paese a Paese e non è detto che in Africa una suite a quattro stelle sia la stessa di Forte dei Marmi.

Non manca mai chi ha prenotato un albergo su internet, per poi scoprire che non esisteva, o che le foto sul portale non corrispondevano alla realtà. Il caso più comune riguarda la camera affittata: le immagini fanno pensare a una suite imperiale e invece, aperta la porta, si trova una catapecchia.

Altri potrebbero aver avuto la spiacevole sorpresa di non trovare acqua calda nella casa affittata per le vacanze. Un particolare che, insieme al maltempo di questa estate, potrebbe davvero tirare fuori dagli stracci.

Ma attenzione: ci sono casi in cui il turista crede di essere dalla parte della ragione, ma invece è in torto perché non ha letto bene il depliant o il contratto sottoscritto.

«La prima regola è portare con sé una copia del contratto che deve contenere la descrizione completa di tutto quanto è stato pagato, aria condizionata compresa – spiega , presidente di Federconsumatori Varese – Qualora il contratto fosse disatteso, il turista deve mandare una raccomandata al tour operator e contestare tutte le inadempienze in modo dettagliato. Utile anche allegare documentazione fotografia e testimonianze, magari di altri italiani compagni di sventura in un viaggio all’estero».

Ma qual è la possibilità effettiva di ottenere un rimborso?

«In primo luogo bisogna saper bene cosa è stato pagato. Cosa che si può fare solo avendo letto bene le condizioni generali del contratto» dice De Lorenzo.

«Leggere bene non è scontato, perché nei depliant ci possono essere furbizie. Le pagine sono ricche di bellissime fotografie: ma bisogna verificare se corrispondono alle immagini dell’hotel o se sono state messe lì solo per rendere più accattivante la pagina. Un consumatore che crede di aver comprato servizi che sul contratto non figurano non ha diritto a rimborsi».

Occhio ai menù: il contratto deve specificare anche se è “fisso” o se è possibile scegliere tra più portate (specificando, se possibile, anche quante).

In caso contrario è difficile poi lamentarsi e chiedere un rimborso per una dieta troppo monotona, povera o poco saporita.

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