«Vado nelle tivù e vedo la differenza. La Rai è un carrozzone che va abolito»

L’intervista a Stefano Candiani, senatore della Lega Nord

In Rai ci vado spesso. Ecco perché andrebbe abolita, altro che canone in bolletta». Parola di , senatore della Lega Nord, che esprime il suo “no” secco al canone nella bolletta elettrica, introdotto con la Legge di Stabilità.

Io non ho un’utenza televisiva a mio nome, ma ho mio padre che per senso del dovere ha sempre rispettato le regole e pagato regolarmente il canone, anche per chi non l’ha mai pagato. Anche se il livello di qualità del servizio pubblico che viene offerto dalla Rai non merita assolutamente il pagamento di un canone.

È vero, e proprio per quello posso fare il raffronto tra quello che vedo andando a registrare le trasmissioni Rai e quelle di Sky o La7. Nelle emittenti private trovo studi modernissimi ed efficienti, con quattro o cinque persone che mandano avanti egregiamente la “baracca”, poi vado in Rai e mi trovo in studi vecchi e inadeguati, ma in compenso con quaranta o cinquanta persone che ci lavorano. Non si capisce per quale motivo con i soldi

dei cittadini si debba continuare a finanziare un carrozzone che fa acqua da tutte le parti e che è utile soprattutto per dare un posto di lavoro agli amici di chi è in quel momento al governo. Oltretutto il servizio pubblico, inteso come informazione al cittadino, che viene svolto da Sky e La7 è di fatto lo stesso che offre la Rai, ma quello delle tv private si mantiene da solo con gli introiti pubblicitari.

Altro che canone in bolletta, io abolirei non solo il canone Rai, ma la Rai stessa. Privatizziamola e abbiamo risolto il problema una volta per tutte.

Con quali risultati? Nessuno, la Rai è lo stesso carrozzone. A questo punto abbiamo capito che non si può più deviare il flusso dell’acqua, ma è ora che il rubinetto vada chiuso. Lasciamo i soldi nelle tasche dei cittadini, che sceglieranno poi come spenderli.

Resta il fatto che il canone Rai e la Rai non hanno più alcun senso di esistere. Continuo a non capire perché con una tassa dello Stato si debbano finanziare i programmi di Marzullo e di Fazio.

La nostra vera battaglia deve essere quella per il referendum per l’autonomia della Lombardia. Le altre rischiano solo di essere battaglie di retroguardia.