Vandali ambientalisti imbrattano “Il Dito” di Cattelan a Milano

Vandalizzata l'opera di Cattelan in piazza Affari, 3 persone in Questura.

MILANO – Alcuni giovani attivisti di ‘Ultima Generazione‘ hanno imbrattato nella mattinata di domenica 15 gennaio ‘Love‘, la scultura di Maurizio Cattelan comunemente nota come ‘Il Dito‘ che raffigura appunto un dito medio alzato collocata davanti al palazzo della Borsa in piazza Affari a Milano. Tre di loro sono stati accompagnati in Questura.

Lo ha riferito la Polizia di Stato, intervenuta sul posto, e che ora sta coordinando con l’autorità giudiziaria i provvedimenti da intraprendere. Secondo quanto si è appreso, l’azione è stata messa in atto alle 11 da tre persone, un ragazzo e una ragazza, entrambi 24enni, e da un 39enne, che poi sono stati portai in questura per l’identificazione. L’opera, intitolata ‘Love’, e posta davanti al palazzo della Borsa di Milano, è stata imbrattata simbolicamente con della vernice lavabile gialla all’altezza del basamento, mentre gli attivisti esponevano uno striscione con la frase ‘Stop sussidi fossili’ contro le banche italiane che finanziano il sistema energetico attuale. Poi si sono seduti a terra e sono stati portati via di peso dagli agenti delle Volanti intervenuti sul posto. Sul caso indaga la Digos.

L’azione “nonviolenta” di stamani a Milano contro il basamento dell’opera di Maurizio Cattelan ‘Love’, più conosciuta come ‘Il Dito’, è stata rivendicata con una nota dagli attivisti di Ultima Generazione che l’hanno condotta in una piazza simbolo “dello strapotere finanziario”. Gli attivisti hanno esposto uno striscione con la frase “Stop sussidi al fossile” rivolta verso due delle principali banche italiane citando il caso del villaggio di Lutzerath, in Germania, che ha suscitato scalpore internazionale.

“Lo facciamo per mandare un messaggio chiaro: questo è un luogo simbolo dell’indifferenza rispetto al collasso climatico ed ecologico, qui si muovono molti soldi che vanno alle industrie del fossile” ha spiegato Leonardo, attivista di Ultima Generazione. “La dimostrazione di queste ingiustizie è oggi sotto i riflettori per lo sgombero in corso in Germania nel villaggio di Lützerath”, si legge nel comunicato che ricorda che “RWE, l’industria del carbone che sta ingrandendo i propri siti produttivi nel piccolo paese tedesco, avrebbe ricevuto finanziamenti anche dalle banche italiane. Secondo ReCommon e GreenPeace Italia, infatti, Intesa Sanpaolo ha investito nella società multi-utility RWE, 135 milioni di euro. Anche UniCredit ha sostenuto l’azienda tedesca con 226 milioni di euro nel 2021”.