Varese a due passi dalla serie A Questa favola vuole il lieto fine

VERONA Trentasette anni dopo esservi usciti, rieccoci sulla soglia della Serie A. Che è lì, a un passo, alla nostra portata: basteranno due pareggi con la Sampdoria. Vi arriviamo degnamente, non per caso. Otto palle gol a Verona, il portiere Rafael migliore in campo, Christian Terlizzi il memorabile eroe. Lui che aveva segnato il 2-0 a Masnago, lui che segna l’1-1 al Bentegodi. Lui che condirige la squadra: parlottii continui con Maran, decisioni prese insieme. Favola vera, impresa storica, traguardo da leggenda.

Partiti per salvarci, cambiati dirigenti e allenatore, rifatta la squadra. L’avvio incerto, le delusioni, la nuova panchina. E la spettacolare risalita, col piglio dei corsari, com’è nel nostro dna. Cioè: qualche inciampo in casa, ma che strapartite fuori. Ieri l’ultima della serie. Soggezione e perfino paura all’inizio, squadra bassa, Verona assatanato, ambiente da brividi. Ma teniamo duro, sappiamo soffrire, non indulgiamo alla tentazione di pensare: abbiamo già fatto troppo.

Macché troppo. Non ci fosse la bravura di questo Rafael, non ci fossero gli errori di Nada e di Granoche (specialmente di Granoche), non ci fosse quasi il pudore di segnare, andremmo sul pari già nel primo tempo, dopo aver subìto il gol. E alla ripresa, a precedere l’inzuccata d’oro di Terlizzissimo, Zecco c’illude con una liftata nell’angolo e Troest ci fa levare le braccia per un’esultanza purtroppo virtuale.

Insomma: non siamo lì a Verona a schiacchiare i punti neri delle coccinelle. Siamo lì a schiacciare il pulsante dell’occasione epocale. E nel momento in cui lo schiacciamo, ci sovviene da dove veniamo. Da molto lontano, umilmente da zero. Ti ricordi (do you remember, ta sa regòrdat), vecchio e adorabile tifoso biancorosso? La caduta nel vuoto, la rifondazione, l’orgoglio d’essere sempre e comunque il Varese. Poi su, ogni volta un po’ più su di quella prima. Due anni fa la promozione in B, un anno fa la carezza alla A, adesso il vis à vis. L’abbraccio che è prossimo.

Potremmo dire: grazie a tutti, la pancia è piena. Invece no: la pancia non è ancora piena. L’avventura fantastica reclama un finale conforme alla nobiltà di cui siamo fieri. Juve, Milan e Inter ci aspettano: mica vorremo mancare all’appuntamento con il sogno, che vi pare?

Max Lodi

s.affolti

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