Varese, affitto d’oro in centro Per i negozi raffica di chiusure

VARESE Affitti d’oro in tutta Italia: anche a Varese soffrono negozi e botteghe. Secondo i dati rilevati a livello nazionale dal Cgia di Mestre, entro l’anno rischiano la chiusura almeno 150.000 piccole attività commerciali ed artigianali. Pagano canoni d’affitto due esercizi su tre e, con l’introduzione dell’Imu, rischiano di vederseli aumentare in sede di rinnovo dei contratti di locazione. Il boom di aumenti si è registrato negli ultimi 10 anni, ma nello stesso intervallo di tempo l’inflazione media nazionale è cresciuta del +24%.

Un quadro non certo roseo aggravato dalla contrazione dei consumi dovuta alla crisi. Secondo i i dati dell’Istat: tra il 2005 ed il 2011 l’indice delle vendite del commercio fisso al dettaglio è diminuito del -4,7%, mentre le vendite della grande distribuzione sono aumentate del +6,6%.

Sono le spese, tra la gestione degli spazi e affitti alle stelle, a preoccupare chi a Varese gestisce un’attività commerciale. Anche la Peter’s tea house, storica rivendita di tè e tisane, l’affitto è uno dei motivi dell’imminente chiusura.

«Le motivazioni sono fondamentalmente due – spiega Paolo dell’esercizio di via Cattaneo che chiude i battenti per sempre, dopo otto anni di presenza in pieno centro -. La prima è che ovviamente la crisi non facilita l’attività imprenditoriale, soprattutto se non si tratta di una catena o di una grande firma. Il secondo aspetto che ho notato, a dispetto del prodotto di nicchia di questo negozio, è la difficoltà a lavorare in centro».

Nonostante l’attività funzioni, è complicato fare fronte a tutte le spese comprese quelle di locazione.

«Da una situazione, più o meno comune a molti, pare che i proprietari siano poco disposti ad accorgersi del cambiamento, ormai in atto da tempo. Gli affitti rimangono uguali e non c’è particolare attenzione a ridimensionare le richieste per venire incontro a una situazione congiunturale di generale difficoltà».

I commercianti che non possiedono lo stabile in cui lavorano, infatti, sono quelli che fanno più fatica a sbarcare il lunario e a far tornare i conti. «Nelle vie pedonali principali sopravvive chi ha economie di catena. Se per esempio il punto vendita di Varese dovesse andare male, ci sarebbero sempre quelli della altre città a far quadrare il bilancio».

Potrebbe apparire semplice l’idea di spostare l’attività in uno stabile meno costoso. «Ho pensato di cambiare, ma le difficoltà sono le medesime, cui andrebbero aggiunti i costi del trasferimento. Per un prodotto come il tè l’esercizio deve essere in centro, non si può pensare di portarlo in provincia, perché è di nicchia. Restare «in centro», anche per un discorso di visibilità, vuol dire rimanere in un paio di vie al massimo».

Intanto gli appassionati, prima di rimanere orfani della rivendita, stanno già facendo incetta nel negozio di via Cattaneo che rimarrà aperto fino 9 agosto o all’esaurimento di tutte le scorte.

e.marletta

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