Varese-Artisti per la ricerca: Il sindaco Attilio Fontana: «Gioco pure io»

Oggi al Franco Ossola (ore 15, offerta libera) la sfida per Telethon. Il primo cittadino in campo: «Ma ho nelle gambe solo tre minuti»

«E se fossimo proprio noi a dare l’esempio?». Era una torrida giornata di fine luglio e la domanda era partita dalla bocca del sindaco di Varese Attilio Fontana che, dopo aver lasciato Palazzo Estense sconsolato, a causa dell’ennesima trattativa andata a vuoto per salvare il calcio in città, si era ritrovato al bar con degli amici. Il Varese Calcio è nato

così e dopo cinque mesi, Fontana calcherà l’erba del Franco Ossola alle 15 di oggi, partecipando alla partita di beneficenza in favore di Telethon fra i biancorossi e la Nazionale artisti tv. Le porte dello stadio saranno aperte già alle 14 e in attesa della gara sono previsti spettacoli imperdibili mentre il costo del biglietto è una donazione libera per Telethon.

Direi che oggi giocherà nel ruolo di “sfigato” perché avrò ben tre o quattro minuti al massimo di corsa nelle gambe… Basteranno almeno per fare una capatina in tutte le parti del campo. Sono poco allenato e non devo fare sciocchezze anche per rispetto nei confronti dei giocatori veri che renderanno onore al pallone.

Ho sempre saputo che è un saggio… Sono felice di riabbracciarlo perché è un uomo vero che interpreta con coraggio lo sport e senza infingimenti. È capace di mollare anche una squadra, pur avendo un buon contratto, se non si sente davvero il progetto.

Ha dimostrato di amare davvero Varese e questa è la qualità che serve per diventare primo cittadino. Per cui dico: Sannino sindaco.

Di stadi belli ne vedo pochi in Italia. La nuova società si sta muovendo per ristrutturare l’impianto: l’idea che mi è stata presentata è buona.

La coerenza dello stadio nella vita di tutti i giorni e il modo coerente in cui s’innesta con lo spazio del territorio.

L’ippica e a due passi si pattinava nella mitica giazera che ho frequentato anch’io da ragazzo. Non ero un campione sui pattini ma non potevi fare a meno di andarci perché era un luogo di tampino.

Era un passaggio necessario per rimorchiare. A volte prima si andava in centro e poi si andava alla giazera oppure si partiva direttamente da lì per andare a ballare.

È il mio ultimo Natale da sindaco e l’augurio è speciale perché è stato grazie a tutti i cittadini che ho avuto l’opportunità di essere sindaco. A tutti mando un abbraccio di serenità.