Varese, aumenta la preoccupazione per le sorti della Whirlpool. E sale la protesta

L’accordo di cessione al gruppo concorrente turco Arcelik della totalità delle attività produttiva e commerciale di Russia e Kazakistan ha rafforzato drammaticamente la preoccupazione dei 5.000 dipendenti Whirlpool.

VARESE – Non c’è pace per i lavoratori della Whirlpool, alle prese con una fase di incertezza che perdura da molti mesi. E a preoccupare maggiormente i sindacati è la difficoltà (o mancanza di volontà?) a mettere i portatori di interesse intorno a un tavolo: “Il facile silenzio di Whirlpool e del Mise rispetto alla nostra richiesta di convocazione di un tavolo per confrontarci su quanto dichiarato lo scorso aprile dal Board americano, circa la possibile revisione strategica dell’asset industriale in tutta l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) continua”, evidenziano le segreterie nazionali di Fim Fiom e Uilm.

Presidi davanti alle prefetture

I lavoratori hanno istituito presidi dei davanti alle Prefetture di Ancona, Ascoli Piceno e Caserta, in rappresentanza dei siti delle Marche (Fabriano e Comunanza) e della Campania, mentre a Varese e Siena si manifesterà in modo analogo il 15 luglio prossimo.

“La scelta della vendita o di altre opzioni ibride”, denunciano le parti sociali “è sempre più possibile. Infatti l’accordo di cessione al gruppo concorrente turco Arcelik della totalità delle attività produttiva e commerciale di Russia e Kazakistan rafforza drammaticamente la preoccupazione dei 5.000 dipendenti Whirlpool“.

“Questa dismissione, di un’area che rappresenta il 10-15% del fatturato del gruppo in area Emea, segue la chiusura di fatto di altri due stabilimenti, uno virtuale che ha coinvolto il settore impiegatizio di Cassinetta e Fabriano con 300 uscite, l’altro che ha riguardato lo stabilimento di Napoli, con 357 addetti”, aggiungono, sottolineando che lo scorso febbraio “ci hanno presentato dati consuntivi del 2021 molto positivi: +13% le vendite e + 16% il fatturato Emea”.

Serve l’impegno del Mise e di Giorgetti

I prefetti chiamati in causa ieri, venerdì 8 luglio, “hanno ascoltato questa drammatico scenario rispetto ai siti produttivi territoriali, impegnandosi a contattare il Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare al più presto un incontro”.

Le risorse del Pnrr, concludono i sindacati, “devono essere destinate, non solo per sostenere nuovi progetti industriali, ma anche per rafforzare tessuti industriali in cui il nostro paese mantiene un forte leadership”.

La palla ora passa al ministro varesino Giancarlo Giorgetti, dal quale i lavoratori di Cassinetta si aspettano molto, proprio per il legame storico dell’azienda americana con il nostro territorio.