Varese, blitz contro i furti in casa: smantellata banda Sinti. Sei arresti in carcere

Colpivano in tutto il Nord Italia con finte divise e targhe clonate. Refurtiva da oltre 500mila euro

VARESE – Si è conclusa nella mattinata di lunedì 3 giugno una vasta operazione dei Carabinieri, che ha portato all’arresto di sei persone accusate di far parte di un’associazione a delinquere responsabile di decine di furti e truffe ai danni di anziani. Le misure cautelari, tutte in carcere, sono state eseguite in diverse province del Nord Italia e disposte dal gip del Tribunale di Varese, Marcello Maria Buffa, al termine di un’indagine complessa condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Luino, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Varese.

L’inchiesta, battezzata “Operazione Luma”, ha avuto origine nel novembre 2024 dopo una serie di episodi sospetti registrati sul territorio. I militari hanno progressivamente ricostruito la struttura e il modus operandi di una rete criminale composta da cittadini italiani di etnia sinti, specializzata in raggiri ai danni di persone fragili e anziane. Gli indagati si presentavano spesso come appartenenti alle forze dell’ordine o come tecnici incaricati da enti pubblici per verifiche su acqua, gas o elettricità, riuscendo così a entrare nelle abitazioni e sottrarre denaro e beni di valore.

Targhe clonate e ruoli definiti

Il gruppo criminale agiva con estrema organizzazione: ognuno aveva un ruolo preciso – dal “capo” alle vedette, passando per gli autisti e i finti agenti. Utilizzavano auto con targhe clonate, cambiate regolarmente per evitare l’identificazione, e custodivano i mezzi in un box auto nel Novarese, protetto da videosorveglianza e sistemi antifurto.

Un elemento chiave dell’indagine è stato proprio l’individuazione di uno di questi veicoli, che ha permesso ai carabinieri di avviare pedinamenti, intercettazioni e osservazioni mirate che hanno condotto all’identificazione del gruppo e al collegamento con numerosi reati commessi in Lombardia e Piemonte.

Trenta colpi accertati, bottino da oltre 500 mila euro

Gli investigatori hanno finora accertato oltre 30 episodi di truffa e furto, 26 dei quali solo in provincia di Varese, per un valore complessivo stimato superiore a 500.000 euro. Altri casi, attualmente sotto esame, potrebbero portare il numero dei reati accertati a circa cinquanta.

Durante le perquisizioni, condotte in contemporanea in sei province (tra cui Novara, Biella, Vercelli, La Spezia, Torino e Pavia), sono stati sequestrati 6 veicoli, oltre 14.000 euro in contanti, 2 orologi Rolex, 15 targhe clonate, attrezzi da scasso, dispositivi per camuffarsi e perfino uno scanner per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine. Tra i materiali anche uno strumento elettronico in grado di simulare emergenze domestiche, come finte perdite di gas.

Indagini ancora aperte

Oltre agli arresti, sono state eseguite 9 perquisizioni domiciliari, tre delle quali a carico di soggetti indagati per ricettazione, sospettati di aver contribuito alla commercializzazione della refurtiva. Gli inquirenti stanno ora lavorando per ricostruire la rete di contatti e complici, nonché per accertare eventuali altri casi riconducibili alla banda.

Tutti gli arrestati sono stati trasferiti in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini proseguono, con l’obiettivo di smantellare ogni diramazione dell’organizzazione e restituire alle vittime almeno parte del maltolto.