VARESE Pochi cento e molti sessanta. Scarsi i risultati dei maturandi del classico Cairoli e dello scientifico Ferraris. Ma la colpa non è solo loro.
Sono usciti i primi quadri con i voti degli esami di maturità delle scuole superiori varesine. E i nostri studenti non hanno certo brillato. Solo quattro ragazzi allo scientifico hanno preso il massimo dei voti e tre al classico. Gli scrutini non sono ancora terminati, ma ameno che i geni non si nascondano tutti nelle sezioni mancanti, il bilancio rimane piuttosto negativo.
Al Ferraris i quadri sono quasi completi. Sette sezioni su nove (mancano la C e la D) hanno già concluso gli scrutini. Un plauso va a Luca Ermolli della sezione F, a Luca Bartolomei e Alba Sicher di quinta H e ad Andrea Barbiero della sezione I. Solo loro, per ora, hanno raggiunto il massimo risultato del cento centesimi. Nella sezione A, su 25 studenti, il voto più
alto è il 92/100 di Matteo Ghiringhelli. Il resto della classe, a parte una manciata di voti sotto gli 85/100, ha appena superato i 70/100. Nessun 100 neanche nella sezione B: i voti dei 22 studenti si aggirano tutti tra i 60 e i 70/100. Nella sezione E e nella G il 100 è stato sfiorato solo da Giada Latera (98), Andrea Riva (98) e Fabio Toso (87).
Gli studenti del Ferraris sono andati un po’ meglio. Sono usciti i risultati di appena due sezioni (B e D) su otto e i 100/100 sono già tre, uno addirittura con lode. Hanno tenuto alto l’onore del Cairoli gli studenti: Ugo Mondini della terza B, Laura Tripaldi e il lodato Andrea Caloni della sezione D. In generale la media dei voti è più alta che allo scientifico. Sono pochissimi gli studenti che hanno preso meno di 70/100. Molti oscillano tra gli 80 e i 95/100.
Voti nel complesso bassi e in discesa rispetto allo scorso anno. I ragazzi non studiano più, ma non ci sarebbe da biasimarli. Per due ragioni. «Prima di tutto i modelli culturali che hanno non sono certo stimolanti – spiega Silvio Raffo – Anzi, disorientano e spingono i giovani a fare il meno possibile. I geni di una volta non ci sono più, ma è anche colpa degli stimoli che sono progressivamente venuti a mancare». La seconda ragione è da ricercarsi invece nel momento storico che stiamo attraversando. «In questo paese sta andando tutto a rotoli, a partire dalle istituzioni e la scuola le segue a ruota – continua Raffo – Basta guardare le traccie scelte per la prima prova della maturità: bruttissime. Non c’era nulla che mettesse davvero alla prova la preparazione dei ragazzi. E i più bravi sono stati penalizzati. Quest’anno ci siamo davvero annoiati a correggere i temi. Erano solo chiacchiere, prive di contenuto».
Non ci si dovrebbe quindi stupire degli scarsi risultati di queste prove d’esame. I ragazzi studiano meno, ma qualche attenuante gli va pur concessa.
e.marletta
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