Varese, cantiere aperto. Lercara e Giovio note liete

Finisce 1-1 l’amichevole con la Primavera del Novara: i biancorossi erano passati in svantaggio

Proprio come quelli che contornano il centro sportivo di Novarello (che spettacolo, tra l’altro), il Varese è un cantiere aperto, apertissimo.

Senza voler troppo affondare il colpo nei giudizi, più che altro per quanto visto nel primo tempo, ci si può limitare a dire che c’è ancora molto da lavorare.

Perlomeno per quanto messo in mostra dagli anni verdi. Dall’altra parte della barricata, ritmo, pochi tocchi, velocità e tanta profondità: così i giovani del Novara mettono sotto scacco il Varese nei primi quarantacinque minuti, un’organizzazione che funziona a puntino.

Ai giovani Ramella decide di rispondere con i giovani, schierando nell’undici titolare quattro ’97 e un ’98 e lasciando a riposo Bonanni, Calzi e Ferri, in borghese a bordo panchina: il primo per un fastidio al polpaccio, il secondo perché ancora in attesa del transfer per giocare, il terzo fermo per un problema alla schiena.

L’esito però non è lo stesso, la Primavera di Gattuso gira a meraviglia: i biancorossi tentano di rispondere alla freschezza dei piemontesi con il palleggio e le combinazioni di prima, ma risultano sterili in fase di conclusione: in certe fasi di gioco, il 4-2-3-1 è anche bello da vedere, apre gli spazi, ma nel primo tempo il Varese non partorisce un tiro in porta. Male, molto male.

Il Novara chiude i primi 45’ avanti per 1-0 grazie alla rete in apertura di Lattarulo, dopo un errore grossolano di Talarico nella diagonale difensiva. Con Marco Giovio in campo nella ripresa cambia l’antifona: il Varese inizia a spingere, tutta la squadra sale di tono pur senza incantare, sia chiaro. Scapini si guadagna un paio di occasioni sporche, Giovio cerca la gloria da fuori, Viscomi manca l’appuntamento con il gol a due metri dalla riga. Come spesso è accaduto nella scorsa stagione, però, ci pensa Lorenzo Lercara a togliere le castagne dal fuoco a metà della ripresa con un sinistro da centro area. Dopo il pareggio il Novara cala, non tira più in porta e il Varese sale ulteriormente di livello, pendendo sempre dai piedi di Lercara e Giovio: con loro o senza di loro, fa tutta la differenza del mondo.

Anzi, a volte si tende a passare fin troppe volte dai loro piedi, rischiando di sfociare in un “tiki-taka” lento e poco produttivo, in attesa di una loro invenzione. Girano bene anche Viscomi, a parte il nervosismo finale, Granzotto, classe ‘98, di gran lunga il più positivo nella batteria dei giovani, e anche Balconi, che corre e detta bene i tempi dell’orchestra, cercando anche la fortuna da fuori. Nel finale di partita, il Varese monta le tende al limite dell’area di rigore dei baby piemontesi: il portierino Intorre si esibisce in un paio di parate da applausi e congela il pareggio.

L’1-1 finale soddisfa il Varese fino a un certo punto: nel primo tempo si è vista una squadra timorosa, inconcludente, preoccupante. Altra sinfonia nella ripresa, parzialmente positiva, in cui i biancorossi finalmente hanno creato qualche occasione in più e hanno messo in mostra un giro palla più fluido e godibile. Di certo il buon Ernestino Ramella ha ancora parecchio lavoro da fare da qui all’inizio della stagione e le sensazioni non sono granché positive per ora.