L’inglese che governa il mondo virtuale le chiama “tags” e dà loro il compito di individuare il succo, spezzettato per ingredienti, di ogni argomento trattato. Su un giornale torneremmo a un più sano “parole chiave”, da sviscerare con cura per presentare la partita che nel tardo pomeriggio di oggi (palla a due ore 18.15) animerà il Taliercio. Or dunque: crocevia, inferno e paradiso, Goss, Kangur, Recalcati, Green, crisi, Moretti, dito nella piaga, continuità.
La Reyer – al di là del nutrito gruppo di ex biancorossi che si porta dietro – sarà, come spesso recentemente è accaduto, un bivio per Varese. Lo fu tre anni fa, verso un paradiso che poi diventò inferno di delusione, con una serie playoff – stravinta dalla squadra di Vitucci – che incanalò la voglia di credere a un sogno nella semifinale contro Siena. Fu porta verso l’inferno lo scorso anno, quando rivelò a tutti che fortuna, gioia di vivere e risultati stavano abbandonando la banda di Pozzecco. Ci pensò un Phil Goss sprovvisto di riconoscenza nei confronti del suo vecchio mondo a fare l’oracolo: ultima azione, palleggio annoiato per 23 secondi, tiro impossibile scoccato al 24°. E, ovviamente, canestro e vittoria. In realtà il profumo della sfiga lo avevamo già annusato la settimana prima: Reggio Emilia a Masnago, tre supplementari, sconfitta e schiena di Kangur che fa crack.
A proposito: bentornato Kristjan, proprio contro quella Venezia che l’anno scorso fu la prima di mille partite da te saltate! Ci hanno detto che eleverai il valore di questa squadra e non abbiamo alcun dubbio che possa essere così. Solo una domanda: come sta la tua schiena?
La testerà Carlo Recalcati, tuo mentore e pezzo di storia sempre bello da riabbracciare. Poteva non esserci, il Charlie: l’anno scorso gli avevano instillato il dubbio del ritiro da una carriera già gloriosa prima che il tintinnio di una nuova sfida lo facesse ricredere. Per lui il cammino si sta facendo più duro del previsto: ha in mano una Ferrari, ma sono in troppi quelli che la vogliono guidare. Il primo è il Goss di cui sopra, il secondo è un altro ex da far venir giù i lacrimoni: Mike Green, l’indimenticabile Mike Green, l’attualmente anestetizzato Mike Green. Si sveglierà mica oggi?
Lui è un po’ l’immagine di una Venezia potenziale prima della classe ma piena di piaghe, nelle quali coach Moretti e la sua Varese vorrebbero mettere il dito. Aria di colpaccio? Chissà, conviene non esagerare e ricordarsi di Avellino e altre tristezze assortite. È pur vero che una vittoria profumerebbe di continuità come un ciliegio di maggio profuma di primavera. Al netto della forza dell’Umana, di quel lupo di mare di Recalcati, di Goss, di Green, dell’inferno e del paradiso, provarci pare un dovere stasera.