Varese – Agatha Ruiz de la Prada al Festival del Racconto è una tavolozza di colori che si mescolano alle parole in un mix di solarità contagiosa.Al centro dell’incontro di giovedì sera, a Villa Recalcati, condotto da Gian Luigi Paracchini, giornalista del Corriere della Sera, sono stati l’estro e l’affascinante storia Agatha Ruiz de la Prada, nome di successo nel mondo della moda, sinonimo di arte, creatività e fashion.È una ventata di gioia già al suo ingresso. Un cerchietto con un grande cuore a righe colorate ferma i capelli biondi, la maglia è divisa a metà in orizzontale, la parte superiore verde e sotto il giallo, chiude un paio di pantaloni a quadri banchi e azzurri. Ma quando Agatha Ruiz de la Prada inizia a parlare si pare un mondo fantastico che porta a una spensieratezza lontana, forse troppo, dai temi grigi che caratterizzano l’oggi della crisi. I suoi colori, il suo pensiero positivo, il suo raccontare leggero di una vita fortunata e quell'”itagnol” che non disturba la platea, anzi che la incanta anche quando alcuni termini sono spagnoli e non trovano l’immediata traduzione italiana.Sullo sfondo scorrono le immagini di un anno di creatività tra allegria e colore, forme geometriche e vivacità.La chiacchierata scivola tra aneddoti, convinzioni di vita e qualche gossip.Rari i momenti di cupezza nella vita di Agatha Ruiz de la Prada: “L’unica volta è stata a Milano. Nel ’89-’90 ho cominciato
a venire alla fiera contemporanea con le mie due sorelle, il resto degli invitati tutti, esattamente tutti al 100%, erano vestiti di nero. Ho pensato che stessero aspettando per un funerale e io sembravo un circo, tale era la differenza. Il colore è nella mia cultura, è nella mia naturalezza”. Per la stilista spagnola il piacere di creare è un’attitudine imparata sin da piccola. “Vengo da una famiglia di architetti, se lo fossi diventata anch’io sarebbe stata la nona generazione: non ero un buon studente e quindi non lo sono diventata”.Ma è nella casa di Madrid della madre e in quella di Barcellona del padre, i genitori si separano quando Agatha ha 15 anni, che respira l’aria dell’arte in quelle case frequentate da intellettuali, politici, attori del teatro d’avanguardia, poeti. A questo si aggiungono le conoscenze, come Zapatero, fatta attraverso il compagno Pedro Ramírez, direttore di El Mundo. “Sono stata fortunata, la mia vita è stata interessante e da un certo punto di vista privilegiata. Credo che conoscere molte persone sia più importante che l’avere molto denaro. Il proprietario di Zara, che è un caro amico anche se non mi ha invitata al matrimonio di sua figlia, ha un sacco di denaro ma non se lo gode”. Per Agatha Ruiz de la Prada la mescolanza di colori che spesso sorprende produce lo stesso vibrare. Altri particolari sulla Provincia di Varese di domani, sabato 20 ottobre.
p.rossetti
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