Aspettiamo lunedì. La giornata di ieri è filata via sostanzialmente senza troppi scossoni: giornata di telefonate e incontri, ma anche di silenzi.
Ricky Sogliano sta ancora aspettando qualche risposta: ha parlato con qualcuno e questo qualcuno ci sta pensando. Sul piatto, c’è la necessità di trovare qualcuno che faccia da capofila a un progetto serio, e che potrebbe salvare il Varese facendolo ripartire dalla serie D con una società nuova. C’è chi darà una mano dal punto di visto organizzativo e sportivo (Sogliano, appunto) e ci sono quelli che sono pronti a scendere in campo anche dal punto di vista finanziario (Milanese, ma non solo). Manca, per l’appunto, il famoso capo cordata: e in queste ore si sta lavorando proprio per questo.
Il problema è che non c’è tempo, o quasi: entro la metà di settimana prossima bisognerà “quagliare”. Tempi stretti, strettissimi: grazie a chi ha trascinato (e a chi ha lasciato che venisse trascinata) la situazione fino a metà luglio. Ecco perché diciamo: aspettiamo lunedì.
Intanto, tutto è nelle mani del sindaco Fontana: che si sta sbattendo, va detto, per salvare il Varese a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato. Incontri e appuntamenti sono programmati per i prossimi giorni, e prima di alzare le mani e arrendersi si proveranno davvero tutte le strade. A proposito di strade: c’è ed è ancora valida la pista che porta all’ex presidente (dopo l’addio di Alì Zeaiter) Trainito. Che si è detto pronto a versare la fideiussione e a iscrivere la squadra in serie D, e che lunedì dovrebbe incontrare Fontana.
Il punto è che la fideiussione è un problema, ma non è l’unico problema. Una volta iscritta la squadra, poi bisognerà comprare pure dei giocatori, scegliere un allenatore, creare un organigramma, costruire qualcosa che possa fare la serie D per provare a vincerla. Perché non è che si può proporre ai tifosi una squadra che punta a salvarsi, no? E se ogni trattativa dovesse fallire? Il rischio di stare un anno senza calcio, è concreto.