Varese – Entella: le pagelle biancorosse

Andrea Confalonieri dà i voti ai giocatori di Bettinelli dopo il 2-2 casalingo nello scontro salvezza contro la Virtus Entella

Sull’altare ad Avellino, da due giornate nella polvere. Sul primo gol c’è un mezzo blocco su di lui, sul secondo se esce deve prenderla. Nonostante il pubblico sia con lui, tre gol su cinque nelle ultime due partite nascono da sue indecisioni.

Lucido, generoso, non rischia nulla.

Non da’ sicurezza: quando ha la palla, ha sempre paura che qualcuno che gliela porti via. Ma ha 19 anni e tutto il mondo davanti.

Sotto 0-2, non s’arrende e convince tutti a non farlo. Leader che tiene incollata la difesa all’anima della squadra e non butta via un pallone.

Un ’93 che corre sempre. Va sul fondo e mette cross da gol, o procura angoli, che nessuno sfrutta. Da Varese. Cederlo? Un suicidio.

Prima da titolare alla diciassettesima: è l’ago della bilancia che vira al bello. Con il Vicenza, con la Lazio, con l’Entella: non è un ex grande giocatore. Cross, corsa, voglia.

Lo stadio se la prende con Blasi, ma in realtà al Varese manca Capezzi. Sembra stanco sul piano fisico ma a 19 anni le pressioni e due mesi a perdifiato sono un nulla: non vediamo la personalità di cui ci siamo innamorati a Frosinone e Catania.

Tutti i palloni passavano dai suoi piedi, ma non è lui che deve far girare squadra e gioco.

Personalità: tira il rigore, ci prova anche a costo di sbagliare, quando gli altri scendono lui sale. Ascolta l’urlo di Masnago che vuole vincere e si butta dentro.

Fa gol, toglie uomini ai compagni perché sono sempre su di lui, viene picchiato e si rialza sempre. Ha quasi 36 anni ma gioca come un bimbo di Caccianiga.

Tre volte davanti al portiere tra ieri e Roma, palla alle stelle: un attaccante non può fare sempre il solletico, al di là dell’atteggiamento da 10.

Facevi un gol e ti prendevi il Varese. Tacchi e tocchi, ma la spada dov’è?

Se ha mezza occasione, la sfrutta.

Dà la carica, è il capo del Varese.