Sarà con ogni probabilità Christian Eyenga l’ala piccola titolare della prossima Openjobmetis Varese. Il contratto – firmato dalla società – è stato inviato agli agenti del giocatore nella serata di sabato: ora si aspetta solo la sottoscrizione da parte dell’uomo nativo di Kinshasa, potenzialmente già avvenuta in queste ore. L’annuncio che sancirà l’ultimo acquisto dell’estate 2016 – salvo colpi di scena – dovrebbe quindi arrivare nella giornata di oggi o, al più tardi, in quella di domani. Un
altro ex ribussa alla porta biancorossa, trovandola spalancata: torna l’atleta che fu protagonista nell’ultima parte del campionato 2014/2015, Attilio Caja in panchina, riabbracciando Varese dopo un travagliato campionato che lo ha visto barcamenarsi tra la scudettata Sassari e Torino. 203 centimetri di altezza, 100 chilogrammi di peso, Eyenga si appresta a iniziare la sua undicesima stagione da professionista: nel suo passato più degno di nota l’Italia, come scritto, ma anche Spagna (Badalona), Cina e Nba (Cleveland e Lakers).
È difficile, onestamente, definire Eyenga una prima scelta dello staff tecnico. Al contempo, però, sarebbe disonesto appiccicare allo stesso la didascalia di ripiego cercato davanti ai no ricevuti (no certificati pubblicamente anche da Paolo Moretti nel giorno del raduno). Le piste che conducevano a James White e Reggie Williams (Dj Kennedy, altro profilo seguito, per la verità non è così dissimile per caratteristiche tecniche dal nigeriano) lasciavano presagire la volontà di puntare su un giocatore più blasonato, più completo e più prolifico in attacco rispetto a colui che vestirà per la seconda volta la canotta varesina. Di Eyenga sono infatti noti i limiti nel tiro da fuori (15% a Varese, 29% a Sassari e 35% a Torino) che lo rendono un’arma non sempre affidabile quando la necessità diventa quella di scardinare le difese schierate. Con lui la Openjobmetis completa un quintetto in cui l’affidabilità balistica è propria solo di Maynor e Kangur, dovendo scoprire da zero Melvin Johnson (che, tuttavia, nelle più rosee speranze potrebbe essere un “simil” Rautins in grado quindi di restituire equilibrio) e contando sulla dimensione esclusivamente interna di Anosike (tutt’altra storia, sempre per onestà, in panchina, dove Cavaliero, Avramovic, Ferrero e Campani garantiscono una solida pericolosità lontano da canestro). Basteranno le bocche da fuoco presenti o il gioco offensivo dei pretoriani di Moretti rischierà il congestionamento, nei frangenti in cui non si riuscirà ad aggredire il campo aperto o a lucrare punti sui giochi a due? I veri dubbi sono essenzialmente questi, confidando che la gestione extra campo di Chris non crei difficoltà a uno staff – tecnico e societario – ben collaudato e coordinato come quello attuale.
Le sicurezze su “Air-Eyenga” non sono meno dei dubbi. Basta riannodare i fili della memoria e proiettare nella propria mente un film che parla di voli sopra il ferro ad altezze siderali e di una sintonia a prova di bomba con un certo Eric Maynor. Varese ricostruisce una delle coppie più esaltanti viste ultimamente a questi lidi: spettacolare, concreta, difficile da fermare nello stendersi per il campo in velocità, penna e calamaio di una poesia fatta di verticalità e rapidità (sia di idee che di realizzazione pratica). Poi c’è la difesa: la quasi nuova ala sa difendere su due ruoli (il suo e quello di ala forte) senza patemi. E poi ancora la versatilità con Kangur: uno (Eyenga) dentro l’area a creare miss-match contro i “3” avversari, l’altro (Kangur) fuori ad aprire il campo chiamando con sè il lungo che lo controlla. Se coach Moretti ha dato il suo benestare all’acquisto, significa che sa come far risaltare il nuovo ingrediente per rendere saporita la minestra. Fiducia. E i pro sono anche altri. Christian Eyenga ha la stessa voglia di sposare la Openjobmetis 2016/2017 che hanno avuto a loro tempo Maynor e Kangur: questo dettaglio, oltre ad essere una garanzia nelle motivazioni, ha reso più sostenibile l’operazione economica che lo porterà qui. Le decine di migliaia di euro risparmiate potrebbero servire sia ad avere un gruzzoletto di sicurezza per una società che – non dimentichiamolo mai – è appena uscita da una crisi economica, sia ad assicurarsi un effettivo in più nel roster per far fronte ai problemi fisici di Manuel Rossi. Chi? Massimo Bulleri, si capisce.