Luca Campani è stata una delle sorprese della scorsa stagione della Pallacanestro Varese. Partito in sordina, è salito di tono giorno dopo giorno fino a diventare imprescindibile nelle rotazioni di coach Paolo Moretti, pur dovendo lottare con qualche infortunio di troppo. Appena conclusa l’annata a maggio, infatti, Luca si è sottoposto ad un intervento al ginocchio, che tanto lo aveva tormentato durante l’anno. Sarà per lui un’estate di recupero e di sacrificio dunque, a costo di sacrificare le vacanze, ma anche questo significa attaccamento, ambizione e voglia di emergere.
Devo recuperare un pochino dopo questo intervento al ginocchio a cui mi sono sottoposto a maggio, ma sto bene. Ho fatto tre settimane con le stampelle, ora sto molto meglio e non ho più sentito dolore al tendine che mi aveva dato noia durante la stagione. Chiaramente dovrò riprendere un po’ il tono muscolare ma intendo farmi trovare in formissima per il raduno. O meglio, in formissima no, perché dovrò trovare la condizione durante il ritiro, ma comunque sarò pronto.
Assolutamente sì, ed ho ancora negli occhi la finale di coppa. É stato un bel boccone amaro, una grandissima delusione, ma il fatto di essere arrivato fino a lì è un risultato importante. A metà ultimo quarto mi vedevo già la coppa in mano. Però credo che, rispetto a come abbiamo iniziato la
stagione, c’è da essere contenti per quello che è stato l’epilogo. Voglio dire, a dicembre nessuno avrebbe pensato di poter arrivare così vicino a tutti gli obiettivi che sono sfumati proprio all’ultimo. Non siamo riusciti a concretizzare nulla, ma la seconda parte di annata a mio modo di vedere è stata molto positiva.
Sì, e speriamo di poter partire con il piede giusto per non trovarci a dicembre e gennaio con un handicap come l’anno scorso. Partiamo da una base più solida rispetto ad un anno fa, quattro giocatori confermati assieme allo staff, anche se tutti gli altri saranno nuovi. Vediamo chi arriverà, ma noi dovremo essere bravi ad aiutarli nell’inserimento.
Non ho mai disputato i playoff in tutta la mia carriera, quindi mi piacerebbe poterli giocare. Poi l’obiettivo chiaramente è fare sempre il meglio su tutti i fronti, in Europa ed in campionato. Giocare la Fiba Champions League sarà un grandissimo stimolo di squadra ma anche personale, mi darà la possibilità di misurarmi ad un livello ancora più alto.
Sempre benissimo fuori dal campo, ho conosciuto tante brave persone con cui mi sono trovato bene e che hanno voluto bene fin dal mio arrivo. Penso che Varese sia la piazza ideale per me in questo momento, che poi a livello cestistico è ideale già di suo e non devo spiegare io il perché. In campo all’inizio ho fatto più fatica, come tutti, però poi anche lì è andata sempre meglio.
Sì, ma ci siamo anche visti tre o quattro volte. Dopo l’intervento a Reggio, a cadenza regolare sono tornato a Varese per farmi dare nuovi programmi di recupero e ho avuto modo di incontrare più volte il coach. Con lui c’è un bel rapporto, essendo un ex giocatore capisce certe situazioni meglio di altri: a Paolo si può parlare di qualsiasi cosa, non solo di basket e non solo di Varese.
Sicuramente, è un bravissimo allenatore ma, aldilà di questo, io devo ringraziarlo perché mi ha dato fiducia fin dal primo momento. Riprendere il filo del discorso con lui e con lo staff è un valore aggiunto non da poco, sarà più semplice perché conosciamo i suoi metodi, ci aiuterà anche nell’inserimento dei nuovi arrivati. Con lui, Vanoncini e Conti possiamo andar tranquilli, ci sono tutti i presupposti e le basi per una buona stagione.
Chiaramente un giocatore sogna sempre di arrivare a vestire la maglia della sua nazionale, penso sia un obiettivo per tutti. Onestamente non ci ho fatto dei pensieri particolari, ho dato tutto e ho fatto bene o male senza pensare a quello. In futuro, vedremo cosa accadrà, non si sa mai, la speranza c’è sempre, non muore mai.