Wayns, Galloway, Thompson, Faye e Davies, con alle spalle Cavaliero, Ferrero, Shepherd, Molinaro e Campani (più un altro comunitario che arriverà dopo attenta valutazione). Dallo shaker del mercato e hanno mixato un cocktail di gioventù e novità assolute per i lidi italiani, intrigante, almeno sulla carta, per il coraggio preso a due mani di discostarsi dall’usato sicuro e da un’affidabilità che – in mancanza di “fresca” sonante – fa spesso rima con vetustà.
Su un’isola deserta, però, è inevitabile sentirsi belli e bravi: solo il confronto dà la misura della propria virtù. A quasi due mesi di distanza dall’inizio del campionato e in attesa di amichevoli anch’esse peraltro lontane, la comparazione è un gioco di nomi e idee che nascono e muoiono sotto l’ombrellone: cos’hanno combinato le altre quindici squadre in questa estate di arrivi e partenze? Noblesse oblige si inizia da , campione in carica che si presenterà ai nastri di partenza con sei nuovi acquisti. Persi effettivi del calibro di Dyson, Sanders, Sosa, Brooks e soprattutto Lawal, i sardi hanno ricostruito se stessi puntando su tre big come Varnado, Petway e Alexander, affiancati da “ex italiani” (Haynes, già a Siena e Milano) ed “ex varesini” (Stipcevic ed Eyenga). Basterà per ripetere il miracolo del triplete? Il lasciapassare va chiesto a , colei che le ha conteso il titolo fino all’ultimo respiro e che continuerà sulla linea italiana con gli innesti di Aradori, De Nicolao e Stefano Gentile e la conferma della positiva ossatura della passata stagione. Metti un Veeremenko (lungo ex Banvit) nel motore e la formula sembra ancora essere giusta. Conferme (ma anche sontuosi arrivi) in Laguna: la ha riportato in Italia mister Mike Green, indimenticabile fra gli indimenticabili, prelevando anche l’ottimo Owens da Trento. E ? Gli artefici della grande delusione sono stati tutti rispediti al mittente, con l’eccezione del capitano Alessandro Gentile e di Cerella. McLean, Lafayette, Jenkins, Hummel e Lawal non sono stelle, ma non è detto che non risultino più funzionali alla causa; Cinciarini avrà la regia in mano, Amato è il giovane da scoprire.
Le prime quattro in graduatoria a maggio 2016 potrebbero essere ancora queste, sotto di loro ogni ambizione è tanto coltivabile quanto da verificare. Se la sorpresa dello scorso anno è riuscita a trattenere solo gli italiani fra i pezzi migliori del suo puzzle – sotto le Dolomiti sono rimasti Flaccadori e Pascolo, mentre hanno fatto le valigie il capocannoniere Mitchell e il già citato Sanders – è da scoprire la che si affiderà ancora a Ray e Gaddy e che avrà un centro di qualità come Pittman. Piace la che si è assicurata Adrian Banks, scommettendo anche sull’ex Villanova Scottie Reynolds in regia, mentre sarà da valutare la che ha pescato molto tra le vecchie conoscenze della Legabasket con Hall, Wojciechovski, Ross, Tessitori e Laganà. La che ha salutato coach Moretti ripartirà da Enzino Esposito e dagli innesti di Lombardi e Antonutti, contando di aver pescato qualcosa di buono fra i nomi di Thornton, Knowles e lo spilungone Alex Kirk. e saranno un misto di giovani americani ed europei di cui ancora non si conoscono vita, morte e miracoli, è ancora in totale costruzione al netto di un Riccardo Cervi che si è dovuto “accontentare” dell’Irpinia dopo lo sfumato sogno milanese, mentre non dispiace la rivoluzione di Casche ha riconquistato la serie A a tavolino: El Amin, Cinciarini, Hunt, Amoroso e Jones paiono essere buoni innesti con l’obbiettivo di non rischiare ancora. ripartirà dall’asse Vitali-Cusin, la neo-promossa da Dawan Robinson e dai protagonisti della cavalcata in Lega 2. Un giudizio sommario? A prima vista non sembra un campionato da scalata all’Everest: se i prescelti seguiranno i piani di Moretti e la fortuna non chiuderà gli occhi, i playoff non saranno una chimera.