Varese, il grido di amarezza «Ma l’Italia vuole le imprese?»

VARESE Che cosa significa oggi essere un imprenditore, nel nostro Paese, nella nostra provincia? Un imprenditore varesino ci scrive una mail piena di amarezza. E la usiamo per lanciare il dibattito. Scriveteci il vostro commento a [email protected].

«In Italia la parola “imprenditore” per molti é sinonimo di “evasore, ladro, corruttore, inquinatore, sfruttatore”. In Italia non funzionano o funzionano male la Sanità pubblica, la Scuola, la Giustizia, i Trasporti.

In Italia se non paghi le tasse sei considerato un furbo. In Italia mezza Italia non paga le tasse. In Italia la mezza Italia che paga le tasse le paga anche per l’altra metà. In Italia i soldi delle tasse servono (anche) per arricchire i politici.  In Italia le riforme non si fanno mai perché «è ben altro quello da cui si deve cominciare». In Italia l’aggettivo “indipendente” non si riesce ad accostarlo ai vocaboli “magistratura” e  “informazione”.

In Italia la burocrazia soffoca le imprese. In Italia le imprese pagano il metano e l’energia molto più cari che nel resto d’Europa, per non parlare del resto del mondo. In Italia i politici non hanno ancora capito che le decisioni fondamentali si prendono in Europa, dove l’Italia conta come il due di picche(si veda ad esempio la bocciatura del “made in Italy”).

In Italia “sistema creditizio” è un’espressione priva di reale significato.
In Italia da sempre i governi considerano l’industria manifatturiera un male e non una risorsa. In Italia io vorrei continuare a fare l’imprenditore, ma l’Italia lo vuole?».

m.lualdi

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