Varese in guerra con la movida “Se tirano tardi sarà un incubo”

VARESE A partire da questo fine settimana i locali notturni di Varese potranno rimanere aperti sino alle 4 del mattino, e i residenti del centro, già esasperati dal chiasso della movida notturna, sono sul piede di guerra.
«Abbiamo protestato perché qui non si riesce più a dormire – denunciano – Peggiorando ulteriormente la situazione prima o poi qualcuno rischia di perdere la testa».

Sino alla settimana scorsa tutti i locali di Varese erano costretti a chiudere le saracinesche entro le 2 di notte: un compromesso tra le esigenze di sonno di chi vive in prossimità dei locali del centro e le pretese di gestori e ragazzi con la voglia di divertirsi sino all’alba.
Con questo mese di settembre però cambia tutto. Lo stabilisce una nuova ordinanza firmata dal sindaco Attilio Fontana venerdì. Il provvedimento ha carattere sperimentale, cioè sarà valido solo per nove mesi, sino al prossimo 31 maggio 2012, e «autorizza – testualmente – i pubblici esercizi che svolgono in modo prevalente l’attività di pubblico spettacolo e intrattenimento congiuntamente all’attività di somministrazione di alimenti e bevande, a posticipare la chiusura alle ore 4 del mattino».

L’elenco dei «pubblici esercizi» cui si applica l’ordinanza include «discoteche, sale da ballo, sale d’ascolto, locali multiuso, auditorium, impianti sportivi e locali notturni», come ce n’è tanti nel centro pedonale della città che è allo stesso tempo zona residenziale. Di qui le proteste delle persone che vivono nel centro città, a cominciare da chi ha le finestre di casa

affacciati sulla via Cavallotti, vero e proprio punto di riferimento nelle sere del fine settimana, con sei locali concentrati nel giro di cento metri, cui si sommano la pizzeria al trancio, comunque aperta sino a tardi nel fine settimana, e il Conrad, settimo locale, che si trova proprio alla fine della strada, all’incrocio con via Cattaneo.

Tutti locali frequentatissimi sino a tardi dai ragazzi che affollano la strada pedonale, d’estate e d’inverno, tra cocktail, chiacchiere e sigarette fumate rigorosamente all’aperto. «Vivo a Varese da 17 anni ma sono cresciuta a Parigi e posso assicurare che nemmeno nel quartiere latino, dove i locali sono aperti tutta la notte sino al mattino, c’è questo baccano – protesta Nathalie Fragonese, tra i residenti di via Cavallotti – Quest’estate mia sorella e mio cognato che ancora vivono a Parigi sono venuti a trovarmi e sono rimasti allibiti. Non è solo questione di orari, ma proprio di rispetto dei cittadini, da parte dei gestori che tengono la musica troppo alta e degli avventori che schiamazzano in strada».
«In Comune devono essere impazziti – aggiunge sconcertato il signor Astor – vivo in via Cavallotti da vent’anni, ma negli ultimi due è diventato insopportabile».

«I locali si sono moltiplicati, dovrebbero spegnere la musica alle 23.30 e non lo fanno, dovrebbero chiudere alle due e sforano regolarmente, ma i vigili passano a controllare alle dieci di sera. Avevamo già protestato in Comune e questa non è certo la risposta che ci aspettavamo».
Lidia Romeo

s.bartolini

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