Varese, la procura punta dritto alla cassaforte dei Polita

VARESE Se questa è stata l’estate più dura per il Gruppo immobiliare Polita, che ha visto fallire due sue società nel settore sanitario (Sanità Varesina a Milano e La Quiete srl a Varese) – ed è stato costretto a cedere la principale, La Quiete Hospital, per evitare un nuovo fallimento – l’autunno rischia di essere, se possibile, peggiore.

E’ fissata infatti in Tribunale per il 22 settembre l’udienza per un’altra istanza di fallimento avanzata dalla procura, che riguarda la Casa di cura La Quiete, per l’80% di proprietà della fallita Sanità Varesina e di cui è amministratore delegato Bruno Pozzi, non dimissionario nonostante la richiesta da parte del curatore fallimentare di farsi da parte.
Ma la vera sorpresa potrebbe essere l’apertura di un nuovo fronte da parte del pm Agostino Abate, che mira dritto al cuore della cassaforte di famiglia,

quell’AnsaFin in cui sono rinchiuse le partecipazioni dei due fratelli, Sandro e Antonello Polita. A conferma dell’esistenza in procura di un corposo dossier sulla società finanziaria, nel quale sono messi bene in chiaro i vari intrecci azionari e i tanti passaggi di proprietà degli immobili a vario titolo posseduti (tra cui l’albergo di Capolago), il magistrato attende dal legale del Gruppo che venga depositato un piano di rientro dai tanti debiti, onde evitare l’ennesima istanza fallimentare, questa volta per la società capogruppo di tutte le attività della famiglia

Significa immettere liquidità da reperire attraverso cessioni di immobili o società. La situazione è complessa. A giugno per impedire il fallimento della Quiete srl non erano bastate le garanzie portate dai due fratelli, tra cui anche quelle su alcune proprietà personali.

e.marletta

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