Varese, la serata dei disabili lasciata morire nell’indifferenza

VARESE A questo punto saremmo già tutti qui a contare i giorni e le ore, impazienti di assistere alla serata più bella dell’anno: la serata del Bof. Impazienti di rivedere il cinema Vela strapieno, di arrabbiarci per i parcheggi che non si trovano, di ritrovare vecchi amici, di sentirci piccoli piccoli in mezzo ai giganti. Impazienti di ricevere i soliti schiaffi, tirati a piene mani da Roberto Bof e dai meravigliosi abitanti del suo mondo anormale. Già: perché quella che noi chiamiamo “la serata del Bof” è (anzi, no: era) la serata magica capace di appiattire ogni differenza e ribaltare le coscienze.

Chi è il ladro d’emozioni?
Lui e i suoi “diversi”, lui e l’universo dello sport per disabili, lui e le sue immagini e i suoi racconti.
Flash che resteranno sempre dentro a chi li ha visti, pescati a caso nel vaso dei ricordi: la bimba down che accarezza la pelata di Sannino, il ragazzo che insegue Devis Mangia per un abbraccio, ancora i bambini down che ballano attorno a un Rolando Maran emozionato e incredulo (era arrivato a Varese da poco, ancora non sapeva), la giovane Bebe Vio che tira di scherma senza gambe e senza braccia portata in trionfo dagli atleti della Varesina. La serata del Bof (sì, caro Roby, noi continuiamo a chiamarla così anche se ti fa incazzare) è (anzi, no: era) la vetrina più bella e vera della nostra provincia, capace di mettere d’accordo tutti per una commozione sincera e assolutamente bipartisan. Varese si fermava e, per tre ore abbondanti, riusciva a essere diversa.

È stato lasciato soloLa serata del Bof, quest’anno, probabilmente non ci sarà. A noi non interessa, almeno per il momento, capire i motivi (Economici? Logistici? Politici? Di invidia o convenienza?) per cui è stata cancellata dal calendario o scoprire i nomi delle persone da andare a ringraziare. A noi interessa, almeno per il momento, dire che abbiamo perso tutti. Ha perso Varese, che si è lasciata scivolare addosso l’appello che Roberto Bof aveva fatto lo scorso anno in occasione

di quella che probabilmente resterà l’ultima edizione della sua serata. Tutti quanti avevamo fatto spallucce quando lui aveva ammonito: «Occhio, che questa è l’ultima che faccio da solo», convinti che Roberto non avrebbe mai rinunciato a un palcoscenico tanto luminoso. Ha perso ancora Varese, che senza combattere si è privata di una delle poche cose che ancora in questa città erano capaci di emozionare: e adesso ci restano il basket, il calcio, e certi tramonti dietro il Monte Rosa.

Una notte senza stelle
Hanno perso tutti quelli che sono saliti sul palco per dire «Questa serata è l’evento dell’anno per la nostra città», e che probabilmente ora sono quelli a cui la notte del Vela mancherà di meno. Hanno perso quelli che guardavano il palco e anziché vedere il mondo che c’era dietro vedevano solo Roberto Bof e provavano invidia: hanno perso perché oggi stanno ridendo sotto i baffi.
Ha perso Castori che non potrà prendere in braccio quella bimba bellissima e ha perso Vitucci che non scherzerà con la squadra di basket in carrozzina.
Hanno perso quelli che dicono «ma è il Bof che non la vuole più fare» ma che non hanno fatto nulla per andare dal Bof e dirgli: rifalla, anzi rifacciamola. Ha perso il cielo di Varese: che brillava della luce riflessa di una stella, che adesso è stata spenta.

Francesco Caielli

a.confalonieri

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