Varese, la vera movida è a casa di Egidio

VARESE Si definiscono il «Delight dei poveri» ma con la discoteca della Schiranna hanno davvero poco in comune, a cominciare dal numero di «clienti» e dalla struttura. Sono i ragazzi dello staff dell’«Egidio Village», un capannone all’interno di un giardino privato a Bobbiate in via Colorni che è diventato un must dell’estate varesina.
Organizzano feste e grigliate che da private sono diventate praticamente collettive attraverso Facebook e il passaparola. «Qui potrete trovare tutte le novità,

le feste, gli eventi in programma e tutto quello che l’ormai conclamato giardino dei divertimenti vi propone» si legge nella pagina della community attraverso cui gli organizzatori tengono informata la movida cittadina e non solo. Certo, perché per partecipare alle feste arrivano anche da Como e Milano. E pensare che tutto è nato per gioco tre anni fa, nel settembre del 2008. «Avevo promesso a un amico che gli avrei organizzato una festa di compleanno indimenticabile per i suoi quarant’anni e l’ho fatto. Gli ho demolito il giardino e ho costruito un capannone, aperto d’estate e chiuso d’inverno, con un bar, luci strobo e una consolle per la musica».
Daniele Lamperti, fanta-amministratore delegato dell’Egidio Village (i ragazzi si sono dati una sorta di organigramma interno), ha invitato qualche amico, che a sua volta ha invitato un amico e così via «finché nel giardino di casa di Egidio (Gilardi) c’erano 250 persone per festeggiare il suo compleanno».
E visto che la festa era venuta bene i «ragazzi», che ormai tanto giovani non sono più, hanno continuato a organizzare eventi, anno dopo anno, fino a diventare il must dell’estate varesina. «Non volevamo certo sostituirci a un locale vero e proprio e non ci spieghiamo come mai le nostre feste abbiano avuto tanto successo, ma ogni volta che ne organizziamo una, arriva un sacco di gente e a volte ci chiamano addirittura da fuori provincia per avere informazione sugli eventi in programma». Tanta gente al punto che sabato, alla festa Hawaiana, sono dovute intervenire le forze dell’ordine per far spegnere la musica e mandare a casa tutti. «Qualche volta è venuta la polizia, chiamata dai vicini infastiditi dalla musica o dalle macchine parcheggiate nella via, ma essendo una casa privata non possono far niente. E poi noi non facciamo nulla di male. Siamo amici che si trovano a casa di Egidio per ballare, bere o, come in occasioni dei mondiali di calcio, guardarsi una partita in tv».
Nulla di male a parte il fatto che per partecipare alla festa è necessario pagare un contributo di 15 euro open bar. «È onesto contando che, se si va in discoteca, per ballare la stessa musica si spendono 15 euro e si ha diritto solo alla prima consumazione. Siamo il “Delight dei poveri” ma in realtà siamo messi meglio. A casa di Egidio c’è un grane giardino, non c’è selezione all’ingresso e per qualsiasi evenienza ci sono due amici medici in servizio». E ora l’Egidio Village, dopo che il Delight ha annunciato l’addio, tenta la scalata. «Visto il successo – conclude Lamperti – stiamo cercando di darci un’organizzazione e metterci in regola con i permessi, per aprire le feste a sempre più gente possibile». Intanto su Facebook c’è chi freme per sapere quale sarà il prossimo evento.
Valentina Fumagalli

e.marletta

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