VARESE «Il Signore sta dando a Claudio la moto più bella, quella che forse ha sempre sognato e che userà per raggiungere il suo papà». Le parole di padre Pierantonio Norcini accompagnano l’ultimo viaggio di Claudio Castiglioni, presidente di Mv Agusta. Un viaggio scandito dal rombo dei suoi motori e delle sue moto che ieri pomeriggio hanno avvolto il sagrato della parrocchia di Sant’Antonio di Padova alla Brunella dove, sotto il sole torrido delle 2 del pomeriggio,
la città ha salutato l’uomo e l’imprenditore che ne ha portato il nome e la fama in giro per il mondo.
Aveva 64 anni, Claudio Castiglioni, e ancora tanti sogni nel cuore e nella testa. Tanti sogni da realizzare e tantissimi realizzati. E le migliaia di persone che hanno stipato la chiesa, le vie circostanti e il fazzoletto verde di via Crispi l’hanno voluto ringraziare proprio per questi. Il feretro ha raggiunto la chiesa scortato da un corteo di moto: dipendenti, amici di sempre e il quindici volte campione iridato Giacomo Agostini, in sella a una Brutale assieme alla moglie Maria. Lo hanno accolto un applauso, tanti volti rigati dalle lacrime, fiori rossi e bianchi, come quelli stesi sulla bara. A picchetto, custodi speciali di un grande uomo, gli Angeli Urbani, che hanno raccolto l’invito del volontario Nando Pizzini, che il signor Claudio lo conosceva dai tempi in cui gestiva il ristorante alla Schiranna, a pochi passi dalla sede storica dell’impresa Castiglioni.
«La sua mamma (la signora Enrica, 92 anni, ndr) l’altro giorno mi ha detto “Era davvero buono, tanto buono il mio Claudio. Io lo adoravo. E anche lui mi adorava”. Sono queste le parole più belle per ricordarlo» ha scandito con la voce più volte rotta dalla commozione padre Valeriano Sandrinelli, oggi a Gallarate ma, anni fa, guida della Brunella:«Sperimento una sofferente partecipazione perché sono legato a Claudio da amicizia e capisco la lancinante sofferenza nel cuore dei familiari».
In prima fila, la mamma Enrica, il fratello Gianfranco con la moglie Santa, la moglie Enrica («la donna della sua vita») e il figlio Giovanni accompagnato dalla moglie Stefany e dalla splendida figlia, due anni e mezzo. Nipotina adorata assieme al piccolo Alessandro, che al nonno faceva «brum brum». L’ha rivelato la nuora dall’altare, con lo sguardo affettuoso sempre rivolto al marito e alla piccola Vittoria, «o Trombetta, come la chiamavi tu, e lei che rispondeva “trombone”». Nonno, papà, uomo e imprenditore «ruggente, devoto, passonale». Un leone fino all’ultimo, anche contro la malattia. L’unica che non ha battuto.
Un leone che guardava al futuro, al prototipo «F3 serie oro», bella e lucente in cima alla navata, a due passi dal creatore delle moto più belle del mondo, e dagli stendardi a lutto del comune di Varese e del Motoclub internazionale Mv Agusta di Cascina Costa.
«Vogliamo ricordare l’uomo che ha fatto cose grandi e ci è sempre stato vicino, trasmettendoci la sua passione nel lavoro, rendendoci parte dei suoi progetti, facendoci sentire sicuri perché per ogni cosa sapevamo che il signor Claudio avrebbe trovato una soluzione. Lui non ha mai pensato di chiudere un’azienda, ha sempre pensato ai suoi dipendenti» ha ricordato Roberto Vanola a nome della grande famiglia della Schiranna. E lo stesso ha fatto padre Valeriano: uomo di fede, uomo di promesse mantenute, uomo attento ai suoi dipendenti: «Non possiamo lasciare che le cose succedano, abbiamo le loro famiglia a cui pensare».
Le sue moto lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio con una certezza: «Questo mondo non sarà più lo stesso senza il signor Claudio».
e.marletta
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