Varese, l’impresa di famiglia è il marchio del successo

VARESE  Settori di attività diversi, ma un denominatore comune: la gestione familiare. A questa dimensione imprenditoriale il Gruppo giovani imprenditori di Confcommercio Varese ha dedicato un seminario nella sala Monti di Ascom. Ospiti dell’incontro dal titolo “Percorsi di crescita dell’impresa familiare” con le loro “case history” Alessandra Ceccuzzi, titolare dell’azienda bustocca che si occupa di gioielleria, e Manuela Orrigoni, alla guida con il fratello Paolo di Tigros Spa, eccellenza varesina nella grande distribuzione.
L’incontro, moderato da Fernando G.

Alberti, responsabile dell’area di strategia e politica aziendale della Facoltà di Economia dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza, è stata l’occasione per mettere sul tavolo una serie di riflessioni sulla crescita delle imprese, soprattutto quando passano di generazione in generazione.
Per fare il “salto” è necessaria una reale motivazione e la capacità di cogliere le opportunità che il mercato offre. Un esempio è la storia dell’attività di famiglia raccontata da Alessandra Ceccuzzi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio di Varese, che ha ripercorso le tappe della sua impresa operante nel settore del lusso. «La nostra storia – ha raccontato – inizia nel 1949, quando nonno Dino aprì a Busto un negozio di riparazione di orologi che, nel tempo, è diventato un punto di riferimento del lusso nell’ambito anche della gioielleria grazie al lavoro di mio padre. Dopo una serie di vicissitudini aziendali-familiari e grazie alla presenza di un partner storico che è Pomellato, abbiamo aperto negozi dedicati al marchio Dodo, diversificando la clientela in base alle diverse esigenze. Ora i nostri negozi sono sette».
Diverso il percorso, seguito da Tigros, terza insegna sul territorio varesino. «Le radici della nostra attività – ha spiegato Manuela Orrigoni – affondano negli anni ‘40 e nelle attività avviate prima dal nonno e poi da mio padre Luigi. Il primo negozio Tigros è stato aperto a Castronno, ora i punti vendita sono 58, abbiamo un fatturato da 300milioni di euro e 1.200 dipendenti. L’intento di mio padre è stato quello di aprire ad ogni costo, lui si occupava solo dello sviluppo. Quando siamo entrati in azienda mio fratello Paolo ed io abbiamo optato per una crescita di qualità e abbiamo dovuto riorganizzare anche le funzioni all’interno dell’azienda avvalendoci di professionalità specifiche».
Francesca Indraccolo

m.lualdi

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