VARESE Varese “lovva” gli Emo. Quelli di Zelig, ovviamente. Ieri pomeriggio, al centro commerciale “Le Corti” di piazza Repubblica, almeno duemila persone sono accorse per lo show dei ragazzi con i capelli piastrati. Le prime sedie davanti al palco sono state occupate un’ora prima dello spettacolo, e alle 17.30 anche le balconate erano riempite da un pubblico di tutte le età. Sotto al palco, più di una ragazzina sfoggiava una maglietta uguale a quella dei beniamini. “I Mancio e Stigma” hanno portato a Varese i personaggi che hanno conquistato il pubblico di Zelig: Enzo, Mara ed Eosvaldo, tre ragazzini con i capelli tinti di nero, vestiti neri con teschi più o meno stilizzati e, soprattutto, un’insopportabile ma comicissima flemma. Si definiscono “Emo”, come molti veri adolescenti negli ultimi anni. Già, ma cosa vuol dire “Emo”? «Emozione, Misticismo, Oscurità» rispondono i Mancio e Stigma alla spalla Daniele Ceva. Cioè? «Ci piace soffrire. Io guardo i documentari che fanno piangere» dice Mara. Ma i documentari, quando li racconta, sono semplici spot pubblicitari. Gli Emo incarnano tutti i luoghi
comuni negativi sugli adolescenti: vestiti e pettinature imbarazzanti, ignoranza senza confini (il motto della rivoluzione francese? «Liberté, egalité, frappé»), gli Emo vivono in un mondo parallelo da cui non riescono ad entrare in contatto con la realtà. Una realtà che comunque non li aiuta. Le famiglie si disgregano: «Ogni ragazzo, oggi, ha almeno quattro genitori: la mamma, il papà e i loro nuovi compagni». E a scuola i professori non sono proprio integerrimi: «In gita ad Amsterdam, il professore ci ha lasciati da soli per andare a vedere le vetrine». Ovviamente del quartiere a luci rosse, che però gli Emo scambiano per un quartiere di negozi d’arredamento: «Le signorine stavano in vetrina con i letti e i divani. Quindi vendevano mobili».I varesini “lovvano” gli Emo, come urlano parecchi ragazzi dal pubblico. E lo dimostrano anche alla fine, quando prendono d’assalto i tre comici per una cartolina autografata. I ragazzini, ma anche parecchi genitori. Forse perché sperano che i loro figli, vedendo I Mancio e Stigma, decidano di non seguire la moda Emo.Chiara Frangi
f.tonghini
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