«Varese mai con Como» La guerra si scatena online

VARESE «Varese mai con Como». Una pagina Facebook e magliette tematiche, bianche con la scritta che campeggia in bella vista.Questa la provocazione del consigliere comunale e assessore provinciale del Pdl Piero Galparoli. L’esponente varesino ha deciso di usare uno slogan accattivante per attirare «l’attenzione delle persone, che sul tema della Provincia, purtroppo, non sembrano particolarmente coinvolte».Colpa della politica? «La Provincia come ente è sempre stata vista lontana dai cittadini – spiega Galparoli in conferenza stampa – il lavoro che l’ente svolge non viene sempre pubblicizzato a dovere. In realtà abbiamo importanti compiti, dagli investimenti sulle strutture scolastiche, alla cura di servizi per i cittadini».Ma il rischio dell’accorpamento colpirà soprattutto il capoluogo destinato a scomparire, Varese: «La gente non si rende conto del rischio di impoverimento. Con il riordino, se finiamo sotto Como perdendo il capoluogo, non avremo più l’indotto economico delle migliaia di persone che gravitano su Varese perché è sede, oltre che della Provincia, della Prefettura, della Questura, delle sedi provinciali

delle associazioni. Finiremo, insomma, ad avere meno servizi, come Busto, che ha enti e associazioni, ma non della portata provinciale che oggi ha Varese».E Galparoli attacca anche il mancato risparmio di questa riforma: «Alla fine si risparmiano solo le indennità della giunta e dei consiglieri provinciali. A Varese parliamo di 113.630 euro all’anno, meno dell’uno per cento della spesa corrente. A livello italiano, si risparmiarebbe di più, anziché abolire tutte le Province, dimezzando i parlamentari».Domani sera, giovedì 18, in consiglio comunale ci sarà un presidio di persone che indosseranno la maglietta. E infine Galparoli fa anche un excursus storico sull’inconciliabilità tra Varese e Como: «Ferma restando la storica rivalità tra Varese e Como, che ha origini forse anche prima della battaglia di Legnano del 29 maggio 1176 in cui i varesini combatterono a fianco della Lega Lombarda (quella vera), mentre i comaschi appoggiarono l’imperatore Barbarossa, i motivi che ci impongono una riflessione circa l’eventuale accorpamento sono di tipo imprenditoriale, economico, politico e occupazionale».

s.bartolini

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