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16-22; 38-38; 68-67
Avramovic 6, Maynor 15, Pelle, Bulleri, Johnson 13, Cavaliero 11, Eyenga 12, Kangur 14, Anosike 4, Ferrero, Campani 11, Canavesi. All.: Paolo Moretti
Fitipaldo 14, Iannuzzi 5, Laquintana 4, Perl, Nicevic, Delas 13, Diener 21, Archie 11, Stojanovic 9, Berzins 14. All.: Gennaro Di Carlo.
Finisce con una sconfitta l’ultima amichevole prestagionale della Openjobmetis Varese. Contro Capo d’Orlando – invitata a Masnago per ricordare Rolando Howell, ex di entrambe le squadre tragicamente scomparso a giugno – la sconfitta matura meritatamente, denotando ancora non poche cose da sistemare nella costruzione della casa biancorossa.
Non mancano i sorrisi, ma le ombre a quattro giorni dal Benfica (settimana prossima ci si gioca già una fetta di stagione: è questa la preoccupazione più grande) sono un po’ di più. E hanno tutte a che vedere con la difesa, vero tallone d’Achille di serata. Varese patisce quella degli esterni, gli aiuti in ritardo, gli automatismi complessivi e pecca di disattenzione: Capo – squadra vogliosa e fisica – ha dunque gioco facile nel segnare canestri facili che – a consuntivo – decidono il match. I sorrisi? L’attacco: sta acquistando fluidità, è piacevole e può contare su tanti singoli.
La cronaca. Pronti via e la contesa si sintonizza sulle frequenze dei campioni: Eric Maynor da una parte, Drake Diener dall’altra. Il primo decide di mettersi in proprio e realizza in un amen 11 punti, con una pulizia tecnica che fa spellare le mani al migliaio di spettatori presenti; il secondo dimostra che i cambiamenti di latitudine non sono capaci di annacquare la mira dei cecchini. Il botta e risposta connatura tutto il primo quarto, con Capo d’Orlando a farsi preferire nel punteggio (16-22 il parziale del 10’).
Nel match che riprende dopo la pausa breve “riappare” – lo attendevamo con ansia – il tiro dalla media di Luca Campani, capace di aprire le difese e più opportuno del sole a ferragosto. Farraginoso, invece, Eyenga, caporione contro la retroguardia schierata dei siciliani. Le due ali si compensano in efficacia e la bomba di capitan Cavaliero recupera definitivamente Capo d’Orlando (29-29 al 17’). A questo punto risale in cattedra il professore di Readford, a suo agio nella sperimentazione di Moretti che lo mette a fianco di Avramovic e Cavaliero: tripla, assist e leadership, che non basta però a staccare la squadra di Di Carlo al 20’ (38-38).
Il secondo tempo porta ai primi due squilli di Johnson (5 punti in fila), al post basso di Eyenga e alle chiusure volanti di Pelle. Tanto basta ad accendere il pubblico, ma non a “convincere” il tabellone (51-53 al 25’), che dà ragione a un’ Orlandina brava a sfruttare ogni errore (che sia ancora in difesa o a rimbalzo o sulle rimesse o ai liberi) prodotto dai biancorossi. Non c’è soluzione di continuità all’equilibrio: ci prova Kangur (due triple e un’assistenza divina), gli risponde il lettone Janis Berzins.
La partita cerca la sua soluzione nell’ultima frazione. Capo stringe gli spazi in retroguardia e cerca di sfruttare l’esperienza del pivot Dellas per scappare. Progressivamente ci riesce (73-80 al 35’, 76-83 al 37’), con i “backdoor” che uccellano gli esterni di casa e con il controllo dei tabelloni. Tanto basta a portare a casa la contesa, anche perché la replica di Varese è ancora condita dall’imperfezione, come da canovaccio dell’intera gara.