Uno contro uno con Perea, gli copre lo specchio con le mani e salva un gol. Parata da pazzo, alla Zenga: 7.
Spinge e sfonda. Ma può spingere e sfondare ancora di più e già in questo si capisce dove può arrivare.
Sbaglia l’intervento che sbilancia la sua difesa: 0-1 ma poi è muro, mulo, mastino. Troest interveniva e la palla andava in fallo laterale o in tribuna, lui non la butta mai via.
Falcinelli non la vede mai.
La vita del Varese è la sua vita: difende, attacca, crossa, dribbla. Da veterano. In lui c’è il profumo e la magia della maglia.
Palloni al centro li mette, correre corre, ma gli manca la scintilla.
Quell’ammonizione per proteste che lo terrà fuori ad Avellino lo destabilizza però al 90’ lascia il tutto sul campo con un’accelerazione decisiva. Ieri solo cuore, ma che cuore.
Primo tempo alla Capezzi ma poi, dopo 10 partite da titolare, resta sulle gambe e in mezzo sembriamo uno in meno.
Al primo errore sente il muggito di Masnago e gli si spegne la luce. In B devi buttare dentro le palle, il cuore e tutto, Scapi. In guerra non basta aver classe.
Senza l’appoggio degli esterni e senza Zecchin, lo picchiano selvaggiamente (l’arbitro – voto 4 anche per una strattonata da rigore in area a Miracoli – lascia fare): lui risponde con la rabbia del soldato.
Questo fa gol. Gli basta mezza palla in 95 minuti e fa gol. Alla Inzaghi.
Senza corsa e velocità, Forte è debole, ma se non lo fai giocare rischiando brutte figure, come fa a recuperarle? Non gioca una vera partita dal Novara, altrimenti il voto vero sarebbe 4 perché comunque non ci piacciono la sua faccia e il suo spirito tristi. Che non c’entrano nulla con la mancanza di condizione.
Probabilmente sarà titolare ad Avellino e quindi dimentichiamo la sua (non) entrata in partita di ieri e teniamo il voto in caldo per sabato.
Spiccioli di campo messi a fuoco.