Varese, quasi il 10% dei residenti è straniero: il tasso di natalità doppio rispetto agli italiani

Nel Varesotto oltre 79mila cittadini stranieri e 14,3% di nuovi nati da famiglie di altri Paesi. Crescono anche gli alunni stranieri: “Un contributo decisivo per sostenere welfare e sistema produttivo”.

VARESE – A fine 2024 i residenti stranieri in provincia di Varese erano 79.226, pari al 9% della popolazione totale. Un dato in crescita del 6,4% rispetto all’anno precedente e che racconta una realtà sempre più multiculturale. Tra i 5.454 nuovi nati, infatti, il 14,3% proviene da famiglie di origine straniera.

Sono alcuni dei numeri che emergono dal dossier statistico sull’immigrazione 2024, realizzato dal Centro Studi Idos e presentato a Milano su iniziativa di Anolf, Cisl e Cgil Lombardia.
«Il tasso di natalità dei residenti stranieri a Varese si attesta al 10,1 per mille, quasi il doppio di quello degli italiani», sottolinea la Cisl dei Laghi.

Giovani e attivi: il contributo demografico

La popolazione straniera della provincia si conferma mediamente più giovane e dinamica, con un importante impatto sull’equilibrio demografico.
«I dati confermano il valore aggiunto della popolazione straniera nel garantire la sostenibilità del sistema pensionistico e di welfare», spiega Paola Gilardoni, della segreteria Cisl dei Laghi.

Un indicatore chiaro è il carico demografico, che misura il peso delle fasce non attive (bambini e anziani) su quella in età lavorativa: la componente straniera contribuisce a riequilibrarlo, riducendo gli effetti dell’invecchiamento della popolazione italiana.

Scuola: l’82% dei bambini stranieri è nato in Italia

Anche le scuole riflettono questa evoluzione. Nella scuola dell’infanzia, gli alunni stranieri rappresentano a Varese il 13% del totale (12% a Como).
Di questi, l’82% è nato in Italia, segno di un radicamento ormai strutturale delle famiglie di origine straniera sul territorio.

Nella scuola primaria, i nati in Italia sono il 68% a Varese e il 67,4% a Como.
«Questo fenomeno – osserva Gilardoni – rilancia la necessità di rivedere le norme sulla cittadinanza per i minori nati e cresciuti nel nostro Paese, riconoscendo pari diritti a chi è italiano di fatto ma non ancora per legge».

Lavoro e produttività

Il dossier mette in luce anche il legame tra immigrazione e produttività.
«Il sistema economico – afferma Gilardoni – dipende dalle tecnologie adottate e dal capitale umano disponibile, che va formato e tutelato. Per questo la transizione demografica che attraversa l’Italia impone di ripensare la gestione dei flussi migratori e di investire nella ricerca, nella formazione e nell’integrazione lavorativa».

Un’Italia che cambia

Guardando ai dati regionali, in provincia di Como i residenti stranieri sono 50.601, pari all’8,5% della popolazione, con un aumento del 4,1% in un anno.
Nel complesso, il rapporto evidenzia come l’Italia stia attraversando una fase di forte invecchiamento e calo demografico, con l’indice di vecchiaia passato in dieci anni da 1,2 a 2.

«Ogni quarto di secolo – avverte Gilardoni – il Paese rischia di perdere oltre 10 milioni di abitanti. In questo scenario, l’immigrazione rappresenta una risorsa decisiva per il futuro del lavoro, della scuola e del welfare».