VARESE C’è chi si è attivato, su Facebok, per acquistare le forme di parmigiano gettate a terra dal terremoto. E chi si sta attrezzando per aiutare i titolari dei caseifici colpiti a raccoglierle.È il caso di Openjobmetis, agenzia per il lavoro che vede il suo quartier generale a Gallarate. Una delle immagini diventate simbolo del sisma che ha colpito l’Emilia è quella delle forme di formaggio scaraventate al suolo dalle scosse.Si tratta del prezioso Parmigiano Reggiano che però, una volta finito per terra, non può più essere venduto nei supermercati. In tanti, in questi giorni, si stanno mobilitando per un acquisto solidale: l’idea è quella di comprare il parmigiano per evitare che venga buttato, ‘bruciando’ i guadagni delle aziende che vivono la difficoltà di rialzarsi dopo il sisma. Il punto è che, prima di venderlo, questo formaggio deve essere raccolto. Si tratta di oltre 43mila forme di Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti d’eccellenza della tradizione gastronomica italiana. In particolare, a subire ingenti danni è stato il caseificio sociale “La Cappelletta” di San Possidonio, Modena.Qui ieri sono arrivati sei lavoratori che, per il prossimo mese, lavoreranno full-time per raccogliere e riordinare le forme cadute, tutto rigorosamente a mano. Lo scopo è quello di separare quelle
integre da quelle danneggiate, che verranno poi ricondotte alle destinazioni di lavorazione. Come, ad esempio, la vendita al taglio o la grattugia in altre aziende specializzate in queste funzioni, piuttosto che in esercizi commerciali al dettaglio.A pagare gli stipendi di queste sei persone sarà Openjobmetis, che ha deciso per questa particolare formula di solidarietà nei confronti delle popolazioni terremotate. «In questo momento di difficoltà materiale e psicologica apprezziamo la mano tesa da quest’agenzia, che contribuirà a rimettere in sesto parte della nostra produttività», commenta Maurizio Morini, vicepresidente del caseificio.Convinto che il lavoro di queste sei persone contribuirà a salvaguardare quello «dei tanti che operano con noi in qualità di dipendenti e consorziati». Che, anche grazie ai sei operai messi a disposizione dall’agenzia gallaratese, potranno riprendere la loro attività. «Ci occupiamo di lavoro ed è quello che possiamo offrire», afferma Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjometis, «il nostro vuole essere un modesto ma speriamo utile gesto di solidarietà verso un territorio duramente colpito», nel quale l’agenzia ha delle filiali. La scelta di mettere a disposizione questi sei lavoratori nasce nella convinzione che «la solidarietà tra imprenditori può rappresentare un’azione di immediato intervento in attesa che la ‘politica’ decida come intervenire con i tempi che tutti conosciamo».
s.bartolini
© riproduzione riservata