Varese-Reggio Emilia: il commento di Francesco Caielli

Un ko da “ciucci”,ma che grandezza anche nel dramma

Prima la rabbia, tanta rabbia: un mare di rabbia. Perché questa era una partita vinta e stravinta, e i giocatori di Varese sono stati dei “ciucci”: avanti di tre punti a una manciata di secondi dalla fine bisogna fare fallo. E non c’è bisogno che sia l’allenatore – dalla panchina e nella bolgia – a chiedertelo. Poi, basta: applausi, applausi a tutti, dopo una maratona devastante e incredibile. Da non credere, la partita che mille volte sembra finita e mille volte finita non è: cose da raccontare, in un sabato sera sfiancante e bastardo. Questa è l’essenza del basket e questa è anche la sua poesia: dentro le riserve, dentro tutto, dentro le ultime gocce di sudore anzi di sangue. Dentro la rabbia di chi resta aggrappato a qualcosa che scivola via: ha vinto chi ha avuto un centimetro in più di muscolo, e la fortuna di giocare il numero giusto sulla roulette del casinò.No, nessun dito puntato. Al di là dell’incazzatura per averla buttata via alla fine dei regolamentari, ci si alza tutti in piedi ad applaudire: non c’è fede e campanilismo di fronte alla magia

della fatica e al dramma della sconfitta. E in quel giro di campo finale nel quale i giocatori della squadra sconfitta sono andati a prendersi l’abbraccio della loro gente resterà lì per un po’: insieme all’umana delusione e alle lacrime di quel bambino biondo in fondo al Parterre. Questa è la Varese di quest’anno: una squadra che non mollerà mai in nessuna maledetta partita. Che tirerà fuori ogni cosa e anche di più sempre e comunque e che piangerà lacrime amare ogni volta che perderà. Che si farà voler bene anche nel dramma e nella paura, che mai verrà lasciata sola. Che combinerà delle fesserie, pure grosse (stavolta è successo), robe che verrebbe voglia di ucciderli ma poi come fai a non perdonarli? Che perderà partite già vinte e vincerà partite già perse, che farà grandi imprese e si farà infinocchiare quando non ce lo si aspetta. Una squadra non banale, mai grigia, mai scontata. E noi non abbiamo cambiato idea. Non cambieremmo nulla e nessuno, non sposteremmo una virgola. Perché questa è l’essenza del nostro vivere: volare. Che poi tanto quando si cade siam bravi a rialzarci.