VARESE Volere è volare. E’ la missione, per conto del calcio è del destino. E’ la volontà dei circa 400 in tribuna per l’ultima rifinitura, la più bella. E’ un orizzonte di sereno tremore, con il sole in spalla. E’ un sms da una persona a cui vogliamo un sacco bene, Lele Bellorini degli Adv: «Ci aspetta unA notte insonne, perché nel nostro dnA c’è solo lA sofferenzA». Accendi le stelle sul tuo cuscino Lele, e stasera portalo a Masnago.
Loro, il sogno l’hanno già vissuto. Sono dei pezzi di stoffa epici, omerici. I ragazzi della curva, impagabili, li stanno srotolando sulla pista di ciclismo. Loro entrano in gioco quando c’è da riscrivere il destino: si sono visti con la Cremonese e il Padova. Uno bianco e uno rosso, hanno dipinto il vicino palazzetto martedì 11 maggio 1999: la notte di un’altra potenziale stella, materializzatasi verso 22 e qualcosa.
Un orario lo dà il sindaco Attilia Fontana, ieri al Franco Ossola per un sopralluogo organizzativo: «Adesso non si dice nulla. Si parlerà solo domani dopo le 22.30». Parlano invece le mani, il battimani del pubblico verso Zecchin e Terlizzi in borghese, chi per un motivo (è squalificato) e
chi per l’altro (deve preservarsi per oggi). Battono per Grillo, un altro che non sta proprio divinamente. Messaggi semplici, pane e salame, di vicinanza lontana dagli altezzosi proclami blucerchiati, dove hanno prenotato lo stadio per la festa: potrà essere ma anche no, di certo il fato non si sfida.
In campo i biancorossi affinano la gamba, mentre Rolando Maran ogni tanto guarda torvo verso il brulicante vociare. La gente non ci sta dentro più, umano e comprensibile: potessero, verrebbero in campo a fare barriera contro Eder, Pozzi e Gastaldello.
In campo, con i biancorossi, persone e personaggi. Tanti, a macchia. C’è Bruno Limido per esempio, che nell’anima è rimasto il ragazzo di Giubiano, quello della cavalcata strozzata. Unisce le ere: «Siamo proprietari e padroni del nostro destino. Abbracciamoci, nessuno avrebbe immaginato in Eccellenza la rinascita di un amore così grande. Il Miracolo a Varese torna in città con Natale Cogliati: anzi, il vero miracolo è adesso».
Desiderio, impeto: «Aspetto anche io da 37 anni, la delusione del 1982 sta per essere ripagata. Nello sport nulla è scontato, spero per una volta accada la cosa più scontata: il Varese vince perché è superiore alla Sampdoria».
I bambini sciamano, i bambini sono il sorriso, un bambino chiede un bacio e Giuseppe De Luca: ottenuto. I bambini del Caccia, della Scuola Calcio, posano per l’obiettivo con il presidente Antonio Rosati. Marco Caccianiga tuona: «Largo ai Neto!».
Giancarlo Giorgetti da Cazzago Brabbia è serenità. Pensieri e parole, cerchio con Giorgio Scapini, Limido, Rosati. Cerchio di speranza. E voti: «Pare debba tenere fede a una scommessa, se andiamo in A dovrò fare Cazzago-Isolino Virginia a nuoto. In piscina 70 vasche le tengo, sono 1.750 metri. Nel lago ci sono le correnti, ma una volta ogni 37 anni si può!». Schema Giorgetti: «Avrei firmato per un 1-0, 2-1 o 3-2 Samp all’andata. Meglio avere un solo risultato, non si pensa troppo».
Il grande Ribes bofonchia, vorrebbe entrare in zona panchine. Protesta il cane di Giorgio e Mirella Scapini: «Quello è il mio posto, perché non posso?». Ma Ribes sa come mettere il barometro al bello: «Pipì nei giardinetti dello stadio, l’ho fatta sette volte così state sereni». Giorgio e Mirella mimano sì: «Quando succede il Varese fa quello che deve». Sogni d’oro anche a Ribes, svegliateci se accadrA’.
Samuele Giardina
a.confalonieri
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