Varese-Sassari 70-86: le pagelle biancorosse

Il nostro Alberto Coriele dà i voti ai cestisti di Paolo Moretti dopo la sconfitta casalinga rimediata contro i campioni d’Italia

Tra i più positivi, per giocate e voglia di provarci fino alla fine. Dimostra una gran mano e movimenti sopraffini, però è capace di perdersi in errori banali, come alcuni appoggi da sotto, e non è granché preciso al tiro (38%). Comunque è in grande crescita.

Porta a casa il consueto buon fatturato a rimbalzo (10) e si fa apprezzare anche dall’arco (3/3). Non ha gioco spalle a canestro e offensivamente questo lo limita parecchio.

Assiste, segna e regala grandi giocate. Forse meno illuminante che contro Pesaro, anche e soprattutto perché l’avversario di turno è diverso e su di lui difende meglio e con più aggressività. Continua a vedersi comunque la sua mano su questa squadra, nonostante la data di scadenza.

Dà il consueto grande contributo di energia che aiuta la OpenjobMetis nel primo tentativo di rimonta, fino al 28-28. Segna con una discreta continuità e perde pochi palloni. Il suo impatto è sempre più positivo.

Tre-minuti-tre nel finale, due punti da sotto. Dà comunque la sensazione di farsi trovare sempre pronto quando viene chiamato in causa.

Nota dolente. Impreciso per tutta la partita, esce per cinque falli ma non è mai un fattore. Il pubblico gli perdona quello che non perdona a Thompson. È chiamato a fare molto di più: a un capitano si chiede più personalità.

Evanescente, sbaglia un appoggio facile facile e segna solo in lunetta. Non si accende mai, non fa mai paura. In quel ruolo c’è un problema serio, perché né lui né Thompson danno le necessarie garanzie.

Apprezzabili l’impegno e la difesa, ma stavolta da campione torna in versione Bovone. Molto confusionario a rimbalzo, la palla spesso gli sfugge dalle mani e non dà l’atteso contributo di punti. Il suo rendimento è troppo altalenante.

Sembra ancora un corpo estraneo, anche perché non gioca praticamente mai. Per lui però, i primi punti della stagione: piccola iniezione di fiducia.

Gli otto punti non cancellano l’inadeguatezza di fondo. Parte dalla panchina, appena entra inanella una persa e due falli con canestro avversario. Si sblocca con una tripla, una schiacciata e qualche buona giocata difensiva. Ma è ancora troppo poco per un titolare.