«Varese, se lavori sui tuoi limiti risorgerai come Talts»

L’intervista a Michele Lo Nero: ex dirigente della Pallacanestro Varese ed ex presidente del consorzio Varese nel Cuore

Una luce nel buio: «Varese ce la può fare, ha davanti una grande sfida». Il nostro editore Michele Lo Nero parla a cuore aperto del momento della Pallacanestro Varese. Partendo dal suo amore per i colori biancorossi e dalla sua esperienza.

Come tutti, ma non scoraggiato: siamo ancora all’inizio. Le prime due partite hanno evidenziato dei limiti importanti, che devono essere accettati e presi come spunto per costruire qualcosa.

Non mi ritengo un grande esperto, ma penso che i match contro Caserta e Milano abbiano palesato mancanze a livello tecnico, fisico e mentale. Pur accanto a cose buone, come il primo tempo del Forum. Dalle seconde, ma soprattutto dai primi, bisogna ripartire, lavorando sodo e cercando di costruire.

La squadra e la società facciano quadrato davanti alle critiche, utilizzandole come elementi per trovare unità. Torniamo ai limiti: vanno accettati, affinché siano il tramite per far risaltare i pregi. Ci si compatti nelle difficoltà e ci si butti a capofitto in una sfida che richiede un grande cambiamento. Sarà un percorso lungo, ma è l’unico possibile: o si fa così, o si sostituiscono tutti e 12 i giocatori. La salvezza, o quello che sarà, si potrà ottenere solo in questo modo.

No: penso che il loro amore sia rimasto e rimarrà immutato. E, come in tutti gli amori, anche qui può succedere che si litighi o non si vada d’accordo. Ma alla fine si troverà un punto d’incontro.

La squadra dovrà dimostrarsi vogliosa di cambiare e di lottare: essere un piccolo esercito non significa non poterne sconfiggere uno grande. Se i tifosi percepiranno la giusta mentalità daranno il loro appoggio. Loro, però, fin dalla partita contro Pesaro, non dovranno abbandonare chi scenderà in campo. E sarà necessario un certo equilibrio: non bisognerà esaltarsi se si vincerà, né deprimersi se si perderà. Ripeto: si tratta di un lungo cammino e di una sfida impegnativa.

Più che altro mi ricordo quello che successe a Janar Talts, la cui parabola può essere d’esempio per chi c’è ora. Janar fu criticato molto all’inizio, sia dai tifosi che dai giornali. Non si scoraggiò, né si lasciò andare: lavorando sodo in palestra e facendosi aiutare dai compagni riuscì a tirare fuori il meglio di sé e a diventare una vera rivelazione. Così deve succedere a un Thompson, per esempio. Sbaglia dieci tiri di fila? Bene, che i compagni lo aiutino, facendo muro intorno a lui. Questa è un’altra chiave per conquistare i tifosi.

Ha un contratto di due anni e grandi aspettative intorno. Spero, e penso, che saprà trovare in questo momento negativo la forza per crescere. Nel suo passato ci sono grandi rimonte: a Pistoia, dopo un inizio molto complesso, riuscì addirittura ad arrivare ai playoff e a dare filo da torcere a Milano. Lavorando a testa bassa, ha l’intelligenza per ribaltare il presente.

Ho piena fiducia nel consorzio e nelle persone che lo guidano. Sono la base della Pallacanestro Varese, l’hanno tenuta in vita e devono continuare a progettare il futuro. Ai consorziati va detto grazie. Giocatori e allenatore lottino soprattutto per loro: hanno fatto e fanno grandi sacrifici.