– Il Pride arriverà anche a Varese. Una settimana prima di quello di Milano. E non sarà una “provocazione”, ma una manifestazione civile e “colorata”, dove la battaglia a favore delle coppie e dei diritti gay verrà portata avanti con toni leggeri, in stile festoso. La richiesta per organizzarlo è già stata depositata in Questura e la data ipotizzata al momento è quella di sabato 18 giugno, una settimana prima del Pride di Milano. Ad organizzare l’evento il Coordinamento Varese Pride, che proprio in questi giorni è in fase di creazione e nel quale dovrebbero entrare tutte le associazioni che hanno promosso l’iniziativa “Svegliati Varese” sabato scorso. A lanciare la proposta è stata l’associazione Insubria Lgbt, guidata da .
«Portare il Pride a Varese nasce anche dall’esigenza di far conoscere una manifestazione che, in una città tendenzialmente più restia alle diversità, viene magari vista e bollata come oscena, senza però avervi mai assistito. Si tratta quindi di far vedere che è una manifestazione normale, fatta da persone che rivendicano i propri diritti» spiega Boschini. Al momento siamo ancora a livello di ipotesi, tuttavia il percorso pensato vedrebbe il corteo partire dalla piazza davanti al Tribunale, attraversare il centro storico pedonale, tutto corso Matteotti e quindi da corso Moro raggiungere piazza XX Settembre. E da lì terminare in piazza Repubblica. «Un percorso studiato anche per attraversare soprattutto le aree pedonali e non arrecare troppo disagio al traffico» aggiunge Boschini. Il mondo politico si divide sull’evento. Ad annunciare già la propria adesione, senza timori, è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle , che del resto ha già partecipato al Pride di Milano.
«A livello personale ho sempre partecipato al Pride di Milano – dice Macchi – ritengo sia una manifestazione alla quale possano aderire anche persone non gay, perché si può scendere in piazza anche per rivendicare i diritti dei propri concittadini, non solo i propri. In realtà non dovrebbe esserci bisogno di farlo in un Paese normale. Purtroppo in Italia c’è bisogno di farlo. Quindi se lo organizzano ci sarò». «Io non parteciperò, perché non è una mia battaglia – spiega il presidente del consiglio comunale (Forza Italia) – tuttavia mi va benissimo che venga fatta». «Se viene organizzata in maniera intelligente e per far conoscere che ci sono persone diciamo diverse, che poi diverse non sono perché sono uomini e donne come tutti noi, non c’è niente di male, anzi. Se invece è fatta in maniera provocatoria, sono contrario. Basta che non ci siano toni eccessivi, e sia fatta nel rispetto di tutti». «Sono sempre stato dell’idea che la sessualità sia parte della sfera privata delle persone e delle coppie – spiega il capogruppo di Sel – Va detto che questa manifestazione nasce per reagire all’ottusità e alla chiusura che c’è in Italia sui diritti delle persone di essere libere di amarsi e di vedere riconosciuta la propria unione». «Un modo anche provocatorio per ribadire la propria esistenza, che altri vorrebbero cancellare. Quindi, sulla base delle motivazione che saranno alla base del Pride, deciderò se partecipare. Ma se saranno le stesse della manifestazione di sabato, penso proprio che ci sarò». «Una bella iniziativa per svegliare appunto Varese e ribadire i diritti di tutte le coppie – dice il segretario dei Giovani democratici – Una manifestazione di questo tipo può avere una forte valenza a Varese. Basta sia fatta senza eccessi, ma sono sicuro che sarà così».