Varese si stringe per l’ultimo saluto a Raffaele Nurra

Commozione e incredulità ai funerali dell’architetto, anima della rigenerazione urbana in città

La Basilica di San Vittore, avvolta da un silenzio carico di emozione, ha accolto oggi l’ultimo saluto a Raffaele Nurra, architetto di talento e punto di riferimento per la rigenerazione urbana di Varese. La sua scomparsa improvvisa, avvenuta lunedì 10 marzo a seguito di un malore, ha lasciato un vuoto profondo non solo tra i suoi cari, ma in tutta la comunità cittadina.

Nato nel 1962, Nurra era un professionista apprezzato per la sua visione innovativa e per il suo impegno nella valorizzazione del territorio. Il suo studio, N15Atelier, situato in piazza Marsala, era diventato un punto di incontro per chiunque credesse in un’architettura capace di dialogare con la storia e l’identità della città.

Alla cerimonia funebre, celebrata dal prevosto monsignor Gabriele Gioia, hanno partecipato centinaia di persone: amici, parenti, colleghi e rappresentanti istituzionali giunti da tutta Italia. Presenti i sindaci del Ceresio e della Toscana, i consiglieri regionali e l’intera giunta comunale di Varese, segno tangibile dell’impatto che Nurra ha avuto ben oltre i confini cittadini.

L’atmosfera era densa di dolore e incredulità, ma anche di affetto sincero. Prima dell’inizio della funzione, gli amici più cari hanno preso la parola, dando voce a ricordi, aneddoti e riflessioni che hanno restituito l’immagine di un uomo brillante, generoso e ironico. Nurra non era solo un architetto, ma un visionario capace di trasformare gli spazi e le persone che li abitavano.

Il saluto a Raffaele Nurra non è stato solo un momento di commiato, ma la celebrazione di un’eredità che continuerà a vivere nei progetti che ha lasciato e nelle persone che ha ispirato.